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LA CURIOSITÀ
OLIVER SOLBERG
Guido Rancati
Per gran parte dei voli internazionali e
quasi tutti quelli nazionali c'è l'Aerogare 1,
l'Aerogare 2 è destinata ai voli per Parigi
e a pochi altri. Chi si imbarca per la Cor-
sica, il ceck-in lo fa in un prefabbricato di
modeste dimensioni con pochi banchi per
l'accettazione e nessun negozio, neppure
il chiosco dei giornali. Appena dentro, a
sinistra, c'è comunque un baretto: niente
di che, neppure un tavolino, ma almeno si
può prendere qualcosa in attesa dell'im-
barco. E anche per la gente dei rally in pro-
cinto di volare ad Ajaccio è un punto d'in-
contro. Davanti al bancone, in un giorno
di inizio marzo del 2002, incrocio il bel
sorriso di Pernilla Walfridsson. La signo-
ra Solberg ha in braccio un batuffolo bion-
do: è Oliver, il loro figlioletto. Non ha
ancora sei mesi, ancora non cammina. Ma
gattona veloce e non perde tempo a dimo-
strarlo: libero dall'abbraccio della mam-
ma che vorrebbe concedersi un caffè, evi-
dentemente attratto dal mondo che c'è
fuori, in tre secondi è già oltre la porta
rimasta aperta. “Con lui da accudire, per
me questa non sarà una vacanza”, osserva
dopo averlo placcato. Provo e in qualche
modo riesco a darle una mano, almeno nel
breve tragitto verso l'aeromobile. I posti
che ci sono stati assegnati non sono vicini
e ci si saluta. “E' più matto di me, ne sono
certo”, sentenzia il giorno dopo Petter al
parco assistenza. Con tutto il legittimo
orgoglio di padre.
Il giudizio di Hollywood mi torna in men-
te un paio di anni dopo, a Puuppola.
Ormai “ex”, il lunedì dopo un Neste Rally
Finland, Tommi Makinen ha invitato nel-
la sua fattoria un bel gruppo di amici e cro-
nisti a una prima colazione tipicamente
finlandese e all'appello, fra gli altri, han-
no risposto anche i fratelli Solberg. Con
loro c'è pure il piccolo Oliver che prima
trasforma il registro destinato a raccoglie-
re le firme dei presenti nel suo personale
album da disegno, poi prova a mettere a
ferro e fuoco il salotto. Papà Petter prova
a tenerlo calmo con le buone, ma si vede
che non ha né il talento, né l'esperienza di
mamma Pernilla e prima che la situazio-
ne degeneri passa alle maniere forti: lo
solleva e incurante di strilli e lacrime lo
deposita nell'auto parcheggiata davanti a
casa. A nessuno fa piacere trovarsi agli
“arresti domiciliari” e il bimbetto strepita.
PAPÀ LO MANDA S
Tale il padre, tale il figlio. Oliver Solberg ha confermato la bontà del detto conquistando a Skien la settima vittoria
stagionale nell'ambito del campionato norvegese crosskart e, a tredici anni non ancora compiuti, è ormai
a un passo dal titolo. Forse la normalità, per un ragazzino cresciuto pane e motori sin dai primi giorni di vita
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