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Se sostiene che potreste scegliere
due grossi nomi già per il 2015 ciò
significa che state pensando a Fer-
nando Alonso e Jenson Button,
visto che non ce ne sono altri sul
mercato...
«Eh! Sì, dobbiamo guardare a chi c'è sul
mercato per il 2015 ma anche chi ci sarà
nel 2016. E in quel caso le cose potrebbe-
ro cambiare».
Non è solo una questione di ciò che
volete, ma anche di quando lo vole-
te. E' così?
«E' una domanda che mi faccio ogni gior-
no. Sarebbe facile dire: 'teniamoci i piloti
che abbiamo e vediamo che vantaggi ci
porterà il nostro nuovo motorista e come
andranno le cose'. Io sono uno che ama
competere, e anche Ron Dennis lo è, quin-
di entrambi vogliamo mettere tutti sotto
pressione. Ammettiamo dunque che l'an-
no prossimo avremo un grande pilota – o
due – ma non un adeguato reparto tecni-
co alle loro spalle, non la giusta leader-
ship. Siamo sicuri che tutto sia già a posto?
Saremmo in grado di fare andare tutto a
posto in sei mesi? E' come la roulette rus-
sa: hai solo un colpo a disposizione. Se
prendi i piloti forti adesso ma non sei in
grado di essere all'altezza con il team
rischi di iniziare a ottenere risultati trop-
po tardi e di bruciare le loro motivazioni.
Quindi ciò che ci serve ora è una grossa
spinta su tutto il sistema, o rischiamo di
perdere tutto».
Che cosa si aspetta da voi la Honda?
«Che andiamo oltre i nostri limiti, credo.
E noi ci aspettiamo lo stesso da loro. La
prima cosa che ci aspettiamo è di avere un
grande vantaggio dal fatto di lavorare
insieme».
Riesce davvero a immaginare che
un pilota dell'esperienza di Jenson
potrebbe trovarsi all'improvviso
senza un sedile?
«Questa è una domanda da fare al mana-
gement di Button. Il mio compito è di far
vincere la McLaren».
Lei ha detto che non si tratta solo dei
piloti, ma anche di leadership all'in-
terno del team. Qualcosa è destina-
to a cambiare durante l'inverno?
«Prima dell'inverno. L'inverno dovrà
essere l'inizio di un periodo di stabili-
tà».
Alla fine di agosto la Honda ha
dichiarato che avrebbe messo in
pista per la prima volta la macchina
con la nuova power unit all'inizio
del febbraio 2015. Ora si sente dire
che prima potrebbe scendere in
pista una macchina “evoluzione”...
«Per essere sicuri che tutto sia pronto al
momento del lancio della nuova vettura
nel 2015 abbiamo deciso di costruire una
macchina evoluzione, visto che la Honda
ha bisogno di testare tutti i vari sistemi.
Dobbiamo anche testare i giusti collega-
menti fra la pista e Woking e la pista e il
Giappone. Quindi per non doverci occu-
pare troppo di queste cose durante la sta-
gione dei test abbiamo deciso di costruire
una macchina evoluzione».
Che differenza ci sarà fra la macchi-
na evoluzione e quella che vediamo
in pista al momento?
«In termini di progettazione sarà molto
simile, non vogliamo sprecare soldi in set-
tori poco importanti. Vogliamo solo esse-
re sicuri che alcune opzioni tecniche chia-
ve per la prossima stagione siano adotta-
te dalla vettura evoluzione».
Pensate di mettere in pista il moto-
re Honda nei due test ad Abu Dhabi
alla fine di questa stagione?
«Sì, ovviamente se sarà pronto. Decidere-
mo nelle prossime due settimane».
Sochi è stata una novità per tutti. E
la McLaren è stata fra chi l'ha
affrontato al meglio...
«E' stata una combinazione di cose. Il
tracciato e l'asfalto si adattavano alle
nostre caratteristiche, e gli sviluppi che
abbiamo portato a Singapore e che non
avevano funzionato là, sono stati modifi-
cati e in Giappone si sono rivelati giusti...
E con ulteriori aggiornamenti su quegli
sviluppi le cose sono andate egregiamen-
te lo scorso weekend. Ci aspettiamo di fare
bene anche a Austin».
Dopo Sochi la McLaren è quinta nel
campionato costruttori...
«Credetemi, non è il risultato che sogno.
Arrivare quinti per me non è un traguar-
do».