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Grazie ai nove punti della vittoria, lo svizze-

ro salirebbe a 55 punti, assicurandosi un

discretomargine di sicurezza per il rush fina-

le. Ma anche il 12 cilindri della 312B3 tradi-

sce Regazzoni, che si ritira dopo una sosta ai

box. Conquesta ennesima battuta a vuoto, la

lotta si sposta in Canada, sul tracciato di

Mosport. Qui è ancora Lauda a condurre la

corsa, mnuovamente non vede la bandiera a

scacchi per via di un’uscita di pista. Si impo-

ne Fittipaldi davanti a Clay, che riesce a risa-

lire dalla quarta piazza.

QUANTI PROBLEMI

A WATKINS GLEN

E’ il prologo al duello finale nel GP degli Sta-

ti Uniti, che vede i due contendenti primi con

52 punti; il sudafricano Scheckter segue più

distante a quota 45. Purtroppo però nel cor-

so di alcune prove sul tracciato americano

svoltesi il 27 settembre, Regazzoni è vittima

di un rovinoso fuori pista. Il tutto ha luogo

all’uscita di una curva lenta dove la Ferrari si

scompone, finendo la sua corsa contro il

guard-rail. L’urto frontale è violento, ma for-

tunatamente il ticinese rimedia solouna con-

tusione al piede sinistro, che i sanitari del-

l’ospedale locale medicano con una benda

elastica. Il danno maggiore però lo subisce il

telaio della 312B3, che piegandosi, risulta

irrecuperabile per il GP. Viene immediata-

mente spedita per via aerea una scocca recu-

perata aMaranello, ma i guai non sono anco-

ra terminati. Il giovedì precedente la gara,

Forghieri, in procinto a volare negli States, si

sente dire dal personale dell’aeroporto della

Malpensa che il suo visto è scaduto e nonpuò

imbarcarsi. L’ingegnere si precipita presso

l’ambasciata americana a Milano e una volta

ottenuto il rinnovo torna in aeroporto, dove

però non trova alcun volo diretto per New

York, nemmeno partendo da altri scali euro-

pei. Forghieri si vede così costretto a dirotta-

re su Chicago. Una soluzione non certo otti-

male dal momento che una volta atterrato

dovrà percorrere un migliaio di chilometri

per raggiungere il circuito, che sorge nello

stato di New York. E’ ormai venerdì sera

quando Forghieri, a bordo di un’auto noleg-

giata procede in direzione di Watkins Glen,

quando ci si mette di mezzo pure il meteo.

Una forte nevicata sta bloccando la viabilità

e l’attraversamento dei Monti Appalachi è

praticamente impossibile. Al tecnico del

Cavallino non resta che pernottare in un

motel edattenderedi ripartire lamattinasuc-

cessiva, dietro ad un provvidenziale spazza-

neve. Giunto al circuito soltanto il sabato

pomeriggio dopo le qualifiche, Forghieri si

trova davanti ad una situazione alquanto

problematica. Le Ferrari denunciano proble-

mi di aderenza, che malgrado il restringi-

mentodegli ammortizzatori non si risolvono.

Secondo il racconto di Borsari, si prova a

modificare la taratura, mossa che comporta

anche il cambio degli assetti. Una scelta non

condivisa da Forghieri, che successivamente

dichiarerà con tono polemico: “…senza una

ragione vera l’ingegner Caliri responsabile

della squadra, in mia assenza aveva modifi-

cato sensibilmente l’assetto di base, che ave-

va funzionato tutto l’anno. Per la verità ave-

va solo seguito le indicazioni dei piloti,maga-

ri esagerando nell’accontentarli, perché

entrambi non mi sono sembrati in gran for-

ma in quella occasione. “E’ l’ulteriore tegola

che si abbatte su Regazzoni, costretto a cam-

minare sulla punta del piede per via del tal-

lone ancora dolorante: “mMa tanto nondevo

usarlo per guidare” – scherza il ticinese. La

griglia di partenza vede in prima fila Reute-

mann su Brabham e Hunt su Hesketh.

Scheckter e Lauda sono in terza, mentre Fit-

tipaldi e Regazzoni partono rispettivamente

dalla quarta e dalla quinta fila. Le premesse

non sono certo favorevoli, ma le partenze a

razzo che Clay ha effettuato nel corso dell’an-

no fanno ben sperare i tifosi della rossa. Epoi

la McLaren di Fittipaldi, in fatto di potenza,

non è certo più forte della rossa, è solo più

stabile. Anche le parole di Lauda sono di

buon auspicio: “lavorerò per Clay, se la situa-

zione me lo consentirà. ”Un fatto che però

torna a far discutere è la presenza della vet-

tura di riserva assegnata all’austriaco e non a

Regazzoni, che si sta giocando il mondiale.

Niki la utilizza nelle prove del sabato, a cau-

sa di un problema al motore, che non gli per-

mette di girare con la suamonoposto. La cor-

sa scatta quando in Italia sono circa le 20,20.

Regazzoni è lesto a prendere il via e si pre-

senta alla prima curva davanti al brasiliano.

”E’ fatta” dice tra se Clay, e adesso che mi

prenda...”.

QUELLA ESSE

MALEDETTA

Ma alla seconda curva, una esse veloce, ecco

che la 312/B3 diventa di colpo inguidabile. Il

ticinese deve gioco forza rallentare per non

usciredi strada e laMcLarennumero5di Fit-

tipaldi lo passa. Nell’osservare impotente la

monoposto biancorossa del brasiliano pren-

der il largo, Regazzoni vede automaticamen-

te allontanarsi il tanto sognato titolomondia-

le. Certo, la speranza è l’ultima a morire, Fit-

tipaldi potrebbe non finire la corsa, ma la lot-

ta è decisamente impari. Clay comunque non

molla, al 13° giro rientra ai box indicando che

il problemadovrebbe riguardare l’avantreno.

Imeccanici provvedono a sostituirgli le quat-

tro gomme, lo rimandano in pista; la situa-

zione però non migliora. Dal muretto viene

esposto un cartello che sprona Lauda ad

andareall’attacco, vistoche il ticinese èormai

fuori di giochi. Niki si trova nel gruppo dei

migliori con lo stesso Fittipaldi, ma può fare

ben poco. Per lo stesso problema di Clay agli

ammortizzatori, dovrà ritirarsi al 31° passag-

gio. Al termine dei 59 giri, vince Reutemann,

seguito dalla seconda Brabham, quella di

Pace e poi da Hunt. Fittipaldi chiude quarto

a ridosso del podio e può festeggiare la sua

seconda corona iridata, la McLaren invece

brinda al titolo costruttori, frutto di un buon

gioco di squadra in favore del “Rato”. Regaz-

zoni invece conclude stoicamente la sua cor-

sa all’undicesimo posto, chiudendo una sta-

gione che se da un lato ha riportato il Caval-

linoaivertici della F.1, dall’altro verrà ricor-

data per la grande chance gettata al vento

dagli uomini di Maranello. Clay non

nasconderà mai il suo grande rammarico:

“Non aver chiesto l’intervento del Com-

mendatore, quando tutto poteva ancora

essere salvato.”

UNA GUIDA TROPPO

AGGRESSIVA

Per contro in un volume scritto da Piero Fer-

rari, emergerà un’ulteriore versione dei fatti.

Secondo il figlio del Drake, il ticinese è stato

fermato da noie meccaniche, causate da uno

stile di guida troppo aggressivo. Al di là del-

le polemiche, Regazzoni avrà modo di dimo-

strare la sua professionalità verso la causa

ferrarista l’anno successivo, quando sarà fon-

damentale il ruolo di scudiero nella conqui-

sta del titolo piloti di Lauda e dei costruttori

per il Cavallino. Qualche ombra spunterà

invece nel 1977, inoccasione del GPdel Giap-

pone, fatale a Lauda nella corsa al titolo.

Secondo Borsari, Clay si prenderà una sorta

di rivincita non impedendo ad Hunt di sof-

fiare il titolo all’austriaco. Anche in quest’oc-

casione le polemiche nonmancheranno ed il

ticinese lascerà Maranello. L’ultima grande

soddisfazione per Clay sarà datata 14 luglio

1979, quando firmerà il primo trionfo della

Williams. Poi l’anno successivo sarà vittima

di un tremendo incidente a Long Beach, che

porrà fine alla sua carriera nel Circus. Ma

questa è un’altra storia.

IL GIALLO