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Carlo Baffi

Watkins Glen, 6 ottobre 1974. S’è appena

conclusa la 17^ edizione del Gran Premio

degli Stati Uniti, quindicesima edultimapro-

va del mondiale di Formula Uno. Al box Fer-

rari regna la delusione per un titolo sfuggito

di mano quando ormai erano in tanti a cre-

derci. Clay Regazzoni, lo sconfitto, cerca di

nascondere la propria amarezza, consolando

anche quella del suo capo meccanico Giulio

Borsari: “Dai, vinceremo l’anno prossimo.” –

Ma Borsari replica: “No Clay, il titolo non lo

vinci più”. Una risposta dura, ma purtroppo

profetica, probabilmentedettatadalla consa-

pevolezza dei nuovi equilibri che si stanno

instaurando nella scuderia di Maranello e

che per certi versi hanno finito per condizio-

nare quel campionato. Ma per comprendere

meglio i fatti, occorre tornare all’inizio del

1974, quando il Cavallino si trova alle prese

con una rivoluzione radicale. Innanzitutto

viene presa la decisione di abbandonare il

mondiale marche per dedicarsi esclusiva-

mente alla F.1, dove l’ultimo mondiale piloti

è datato 1964, quello di John Surtees, tanto

per intenderci. Il giovane avvocato Luca Cor-

dero di Montezemolo è il nuovo direttore

sportivo al posto di Peter Schetty. Il respon-

sabile tecnico è Mauro Forghieri, coadiuvato

dagli ingegneri Rocchi e Bussi e sulle piste

sono presenti anche Giacomo Caliri e Sante

Ghedini. Sul frontedegli sponsor l’Agippren-

de il posto della Shell. Ma a tenere banco è la

coppia di piloti. Regazzoni torna alla rossa

dopo un anno alla trascorso BRM, dove ha

conosciutoungiovaneepromettenteaustria-

co, Niki Lauda, classe 1949. Tra i due s’è

instaurato un rapporto amichevole, al punto

che Regazzoni ne caldeggia l’arrivo a Mara-

nello, nonostante Ferrari tenga sotto osser-

vazione anche altri piloti emergenti, come

Jean Pierre Jarier ed il vulcanico James

Hunt. Il Drake tiene parecchio in considera-

zione l’opinione del ticinese, del quale ammi-

ra, oltre che la generosità in pista anche la

passione per le belle donne. In merito all’in-

gaggiodi Lauda, Regazzoni simostra fiducio-

so verso quel giovane che è il suo esatto con-

trario. Se il ticinese incarna ancora la figura

del pilota vecchio stampo tutto cuore, corag-

gio e istinto, Lauda è metodico, maniacale

nella preparazione della vettura. In grado di

accorgersi persino quando i meccanici, per

scherzo, gli sostituiscono dei componenti

dellamonoposto nel corso dei test a Fiorano.

Insomma, una figura forse un po’ anomala

per quei tempi, ma certamente il prototipo

del pilota moderno; non a caso si guadagne-

rà il soprannome di “ragioniere”, o “pilota

computer”. La vettura è la 312B3 giunta alla

sua quarta evoluzione, dotata di un propul-

sore in grado di sprigionare fino a 495 caval-

li. Nel corso dei primi collaudi si gettano basi

importanti per la crescita della squadra,

anche sotto il profilodell’affiatamento. I pilo-

ti infatti, si scambiano continuamente le

informazioni tecniche dopo aver macinato

giri su giri a Fiorano. Al via del mondiale in

Argentina, Regazzoni scende in pista coi gal-

loni di prima guida. Lauda è il suo secondo,

ma in cuor suo non si sente affatto inferiore

al compagno ed è deciso quanto prima a

dimostrarlo sul campo. A Buenos Aires è

secondo dietro alla McLaren Ford di Denis

Hulme, inSudAfrica sigla la prima pole posi-

tion della carriera e in Spagna a Jarama fir-

ma la sua prima vittoria, precedendo proprio

Clay. Un trionfo importante per la Rossa che

rompe un digiuno durato un anno e mezzo.

Regazzoni però non perde colpi: è terzo in

Argentina, secondo in Brasile e va punti in

Belgio, dietro a Lauda, complice un proble-

ma con un doppiato e successivamente col

proprio propulsore. Il 26 maggio a Monaco,

le Ferrari partono in prima fila, con Lauda al

palo per tre decimi di secondo. Un’ulteriore

conferma della competitività raggiunta dai

piloti del Cavallino, che occupano i vertici

della classifica iridata divisi da due soli pun-

ti. La sera prima della gara, Montezemolo si

raccomanda: “...cerchiamo di non ostacolar-

ci. Chi parte davanti continui, l’altro cerchi di

coprirgli le spalle”.

UN NEMICO

COME COMPAGNO

Al via scatta in testa Regazzoni, Lauda si

accoda, ma anzichè coprirgli le spalle, inizia

a tallonare il compagno come un’ombra

simulando perfino l’attacco ad ogni curva.

Dal muretto, stranamente, non arriva alcuna

segnalazione in merito ad una condotta che

infastidisce non poco il capofila, costretto ad

anticipare sempre più le accelerate; il tutto

complicato da un problema al sedile ancora-

tomale. Si arriva così al 21° giro, quandoClay

finisce in testacoda alle piscine e viene infila-

to dall’austriaco e dagli altri concorrenti. La

cavalcata di Niki però dura poco, un proble-

ma all’accensione lo costringe al ritiro.

Regazzoni intanto cerca di rimontare, ma

non va oltre il quarto posto vedendo sfuma-

re punti preziosi per la classifica. Nel suo

libro: “E’ questione di cuore”, lo svizzero rac-

conterà di un dopo corsamolto animato, con

Montezemolo che gli rimprovera di non aver

dato strada a Niki che era più veloce. “Se tu

fossi rimasto in seconda posizione, avresti

vinto perché Niki si sarebbe ritirato”. Per

contro Clay replica: “Ma Niki non avrebbe

dovuto coprirmi le spalle?” Insomma una

situazione che porta allo scoperto un clima di

tensione che inizia a serpeggiare nel team. E

QuandoinOlanda,Laudacentrailsuosecon-

do successo davanti il compagno, quest’ulti-

mo (reo di esser partito male) sbotta dichia-

rando che la fortuna della Ferrari sta nel fat-

to che la sua cattiva partenza abbia permes-

so all’austriaco di andare in testa. Se ci fosse

stato lui, si sarebbe riproposta una situazio-

ne identica a quella di Monte Carlo. Ormai

Regazzoni s’è reso conto che il nemico non è

più soloFittipaldi, leader della classifica, ma

pure Lauda. Il ticinese comunque non

demorde, anzi. Sul temutissimo tracciato

tedesco del Nurburgring, conquista un

importante successo, beffando nuovamen-

te il poleman Lauda in partenza e conqui-

stando punti pesanti in classifica. Nel GP

d’Austria, Clay ha l’occasione di allungare

ulteriormente nel mondiale. Con Lauda e

Fittipaldi out, è saldamente secondo dietro

a Reutemann, ma improvvisamente rallen-

ta per colpa di un progressivo sgonfiamen-

to della gomma posteriore sinistra. Termi-

nerà solo quinto. Nel frattempo però, Lau-

da ha perso terreno in classifica, dove sol-

tanto Clay è in grado di insidiare Fittipaldi.

Anni dopo, nel suo libro “Protokoll”, l’au-

striaco scriverà:” Verso la fine del ’74, mi ero

giocato le possibilità per il campionato

mondiale e dovetti correre per Regazzoni,

anche in quel caso senza fortuna.” Una fra-

se che però verrà smentita da Borsari e for-

se anche dai fatti. Quando il Circus arriva a

Monza, a soli tre round dalla fine, la Ferra-

ri dovrebbe attuare un gioco di squadra in

favore del ticinese, invece i piloti vengono

lasciati incredibilmente liberi. Lauda, auto-

re della sua 9^ pole stagionale, prende subi-

to il comando, mentre Regazzoni fatica a

salire in 2^ posizione. La svolta pare arriva-

re alla 31^ tornata: la fuga della rossa nume-

ro 12 si arresta per la rottura del motore e

Clay balza in testa.

È il 1974, stagione di cambiamenti radicali a Maranello, e la coppia composta da Clay Regazzoni

e Niki Lauda si dimostra subito competitiva. Ma nel finale di campionato, con lo svizzero ancora in lotta

con Fittipaldi, l’austriaco non si dimostra propriamente il compagno ideale...