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MONDIALE RALLY
MONTE-CARLO
Guido Rancati
“Lo avevo pur detto che sarebbe stato
veloce come lo era un paio di anni
fa...”. Sébastien Ogier archivia la sua
terza vittoria sulle strade del Monte e
il venticinquesimo successo iridato in
carriera rendendo omaggio all'unico
avversario che gli ha reso la vita dura.
Già, l'aveva detto e ridetto. Ma forse
neppure lui si immaginava al rientro
nel mondiale rally dopo un anno spe-
so a correre in pista, che Sébastien
Loeb sarebbe stato in grado di impri-
mere fin da subito alla gara un ritmo
tanto forsennato. E invece l'ha fatto,
aggredendo la prima prova come se si
stesse giocando tutto. Rifilandogli set-
te secondi nel primo settore e poi
undici nel secondo, cinque nel terzo e
altri sette nel quarto: in tutto, trenta
secondi e otto in ventun chilometri e
trecentodieci metri. Tanta roba dav-
vero. Anche a tener conto del progres-
sivo miglioramento del fondo.
Costretto a inseguire, l'asso della Vol-
kswagen s'è immediatamente dato
unamossa. Ha vinto il secondo round,
ha recuperato più della metà del ritar-
do e s'è infilato sotto le coperte pen-
sando che il giorno dopo, sulle strade
di casa, avrebbe dovuto continuare a
darci dentro. Ma all'alba di venerdì ha
dovuto lasciare un'altra quindicina di
secondi al rivale. Troppi per non
costringerlo a reagire. L'ha fatto alla
grande, in due prove ha riaperto la
partita. Dietro di tre secondi, nel pri-
mo tratto della seconda boucle ne ha
persi altri tre e sei, ma in quello suc-
cessivo – complice un giro di valzer
dell'Extraterrestre – ha preso inmano
pallino. E non l'ha più mollato. Il tem-
po di mettersi tutti dietro un'altra vol-
ta e s'è ritrovato solo. Con un rimpian-
to, quello di essere tanto lontani sulla
strada. “Non si può dire – osserva a
bocce ferme – come sarebbe finita se
avessimo potuto partire meno lontani
uno dall'altro come capitava spesso
due e tre anni fa, quel che è certo è
sarebbe stato più bello per tutti se ci
fosse stato concesso di batterci alla
pari”. Così non è stato, ma il testa a
testa fra i due più forti del reame è sta-
to comunque intenso come pochi.
Finché è durato. Poi, con Loeb troppo
lontano per seguitare a rappresentare
un pericolo e con Jari-Matti Latvala
troppo contento di ritrovarsi agli
avamposti per farsi venire strane idee,
solo sbadigli. Interrotti di tanto in tan-
to dagli acuti di Robert Kubica e di
Kris Meeke. Potenti, certo, ma non
abbastanza da disturbare il riposo di
Ogier.