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Robert

Kubica

NONOSTANTE IL RITIRO

KUBICA VOLA ALTISSIMO

Ma come può un'aquila diventare aquilone. Diceva

proprio bene quel brano di Bruno Lauzi: anche a

legarla, resta un rapace che l'istinto porterà sempre

e comunque a volare in alto. Molto in alto. E Robert

Kubica vola. Subito indietro per i capricci di un

motore asmatico, l'asso polacco affronta le speciali

del secondo giorno con la grinta dei grandissimi ed

è l'unico a tenere il passo dei due Seb. Per un po',

poi cade in un trabocchetto, uno dei mille e più dis-

seminati sul percorso di un Monte-Carlo dal sapo-

re antico, e la sua rincorsa a un piazzamento finisce

sul far della sera del venerdì. Non si arrende: ripar-

te per la quarta tappa con il coltello fra i denti e

riprende a dare spettacolo. La sua gara finisce alla

fine del leggendario Turini, quando, senza freni, va

a sbattere contro un muro subito dopo il fine pro-

va. Ma non resta a mani vuote: le quattro prove vin-

te valgono tantissimo. Per lui, ma anche per la Pirel-

li che grazie alla sua grinta e alla sua classe dimo-

stra di aver un prodotto altamente competitivo. E

pure per la gente della M-Sport, visto che non ser-

ve una gran capacità di analisi per capire che se non

avesse gettato il cuore oltre l'ostacolo le compatte

uscite dalla factory di Cockermouth sarebbero sta-

te solo comprimarie. Il resto sono solo chiacchiere

da bar.