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SPECIALE

IL CUORE NELLE CORSE

di Andrea Toso,

con la collaborazione di Stefano Semeraro

Mauricio Agag, patron della Formula E, vuole

corse più interattive, dove i fan possano decide-

re di spingere il loro beniamino. Bernie Ecclesto-

ne invece detesta i social network e vuole torna-

re ai vecchi motori. Non ti chiedo chi ha ragione:

ma chi la spunterà?

«Partiamo dal fondamento del Motorsport e cerchiamo

dimetterci d’accordo suquale senso ci sianelMotorsport.

Pensa ad una freccia, la direzione è la linea (per questo i

dirigenti hanno la responsabilità di tenere i collaboratori

in linea) e il “senso “ è la punta della freccia. Il “senso” del

Motorsport? Per alcuni, chiamiamoli i “product mana-

gers”, il Motorsport deve essere “rilevante”: rilevante è

una parola di uso frequente in questi anni recenti, un po’

vigliacca e politicamente corretta perché ne copre un’al-

trapiùscorrettamapiùsemplice: “conveniente”.Rilevan-

te o conveniente per chi? Per l’industria dell’automobile.

Ecco allora che il senso del Motorsport è essere l’officina

di sperimentazione e la vetrina di presentazione dei gad-

get: ‘info-tainment’, telecamere al posto di specchietti

retrovisori, connessione wireless, riduzione dei consumi,

riduzione del peso (il più delle volte semplicemente buo-

na plastica al posto di duraturo metallo), motori ibridi o

elettrici montati anche sui SUV e, tema tra i più recenti,

eliminare il guidatore perché i passeggeri si dedichino ad

altro. In questo significato si, forse, il Motorsport per

sopravvivere ed essere “rilevante”, dovrà inventarsi come

competere senza piloti. Per altri, chiamiamoli gli appas-

sionati”, il Motorsport è uno spettacolo di forti emozioni,

caratterizzato da pochi ingredienti e molto scomodi:

rumore, velocità e sangue. Queste due visioni del Motor-

sport sono incompatibili; i “product managers” cercano

di vendere agli “appassionati” dei sogni tramite la pubbli-

cità, che fa sempre leva sulla immagine di noi stessi che

promette subdolamente di "potenziare"ma gli “appassio-

nati” cercano sogni semplici, sogni di bambini. Ecco allo-

ra che gli spettatori calano, perché cercano sogni sempli-

ci. Chi vincerà?Vincerà sicuramente ilmercato: ci abitue-

remo ai bisogni che ci sono offerti, ed é solo quesitone di

tempo e di abitudine; amenodi una rivolta collettiva con-

tro le macchine che generano divertimento, tipo Luddi-

smo edonistico. Ma non credo succederà mai».

Allora meglio seguire le “calde e veloci” passioni

o cullarci nella noia dei bisogni programmati e

ragionevoli a tavolino ?

«La ragione è sempre perdente rispetto alle passioni.

Quanto più ci dicono di seguire le passioni, di agire, di

accelerare, tantomeno la ragione riesce a pensare se dav-

vero ne vale la pena. “Se segui le passioni sei manipolabi-

le, se segui la ragione sei lento” [David Hume]: un bel

dilemma…».

Quanto è possibile, oggi, guidare una vettura da

In Formula E il pubblico può “spingere” via internet il campione preferito, e

c’è chi prevede un futuro del motorsport all’insegna della cibernetica con

vetture ‘telecomandate’. La verità è che gare così già esistono e che la

tecnologia ci consentirebbe di gestire un GP tutto dai box. Ma l’istinto e la

passione dell’uomo porta verso il rischio, per questo lo sport non morirà m

Una gara senza

Si può fare anc

(ma lo vogliam