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SPECIALE
IL CUORE NELLE CORSE
corsa interagente dai box? E grazie al
mix di quali tecnologie?
«I piloti nell’immaginario collettivo di oggi
sono i piloti dei droni e i piloti della sonda
Rosetta. E’ già possibile guidare, seduti in un
ufficio della Florida un drone che vola sopra
i terroristi dell’ISIS, è possibile guidare nello
spazio interplanetario planetario una sonda e
farla posare sul suolo di una cometa lontana
400.000.000 km ( quattrocento milioni di
chilometri!). Alcuni veicoli sperimentali pre-
programmati sono già stati immessi, in com-
pleta autonomia, nelle strade di una metro-
poli ed è facile considerare che nel traffico cit-
tadino i comportamenti siano molto più irri-
spettosi e imprevedibili del traffico in circui-
to ad alta velocità in cui i piloti, professionisti
allenati alla massima attenzione e consci del
rischio per sé e per gli altri, sono oltremodo
prudenti pur correndo tutti nello stessi verso.
GPS, radar di prossimità, telemetria, control-
lo elettronico di freni, acceleratore e imbar-
data, sistemi intelligenti di riconoscimento di
prossimità spaziale, stima della prestazione
altrui in base a microfoni specializzati nel
riconoscere i girimotore e cambimarcia, pro-
cessori in grado di stimare accelerazioni e
decelerazioni del proprio veicolo e di quelli
circostanti, informazioni in tempo reale sulla
posizione dei concorrenti in tutta la pista ela-
borate da un software con grandi capacità di
previsione statistica. Sì, tutto questo è possi-
bile con costi contenuti».
Quali progressi è possibile preveder in
questocampo,diciamoneiprossimi 10
anni?
«L’ansia per la sicurezza dei piloti scompari-
rà solo quando non ci saranno più i piloti. Se
all’industriaautomobilistica interessaunvei-
colo senza pilota che trasporti in massima
sicurezza dei passeggeri da un posto all’altro,
magaridivertendolilungoiltragitto,ilMotor-
sport farà a meno del pilota».
Il pilota sarà dunque solo un “pro-
grammatore” di traiettorie? Ma con i
sorpassi come la mettiamo?
«E’ solo questione di tecnologia. Pensa che,
nei primi anni dell’era dell’automobile, la
velocità massima delle automobili era circa
50 km/h .. e questa velocità era considerata
così pericolosa che il veicolo era preceduto da
unservoacavallocheall’incrociodovevaveri-
ficare se per caso altri veicoli non arrivassero
da altre direzioni. La stessa cosa succedeva
all’epoca dei Romani i cui carri procedevano
alla velocità massima di 30 km/h: erano
necessari i “precursores” (da qui la parola
“precursori”) che dovevano garantire la stra-
da sgombra al carro lanciato a “folle!?” velo-
cità. I sorpassi non saranno un problema:
basta installare un radar anticollisione ed un
sistema di freno intelligente: già adesso la
macchina che guido io ne è provvista di
serie».
Questo sviluppo che ricadute avrebbe
sullaproduzionedimacchinestradali?
«Tutto quello che è “rilevante” per l’industria
dell’automobile sarà realizzato, che ci piaccia
o no. E’ ovvio che c’è la responsabilità di defi-
nire e indirizzare lo sviluppo verso ciò che
davveroèrilevante,marilevanteinsensopro-
fondo, non solo conveniente. La sceltadi qua-
li obiettivi, tra tanti, perseguire comportadel-
leprecise responsabilitàeticheenonsoloeco-
nomiche tipo fatturato e profitto; demandare
al “mercato”, entità impersonale, significa
sottrarre la piena responsabilità delle scelte
agli imprenditori ed ai legislatori».
Avere corse per soli robot sarebbe una
risposta a chi critica il motorsport per
la sua pericolosità?
«Alla fine, le corse di soli robot esistono già,
non tene sei accorto?!Nelmondovirtualedei
videogiochi ci sono gare online tra piloti su
circuiti di tutto il mondo, di notte e di giorno,
sole vento e pioggia a piacere, secondo i gusti.
A questo punto, perché darsi la pena di
costruirequesti robot, conelevati costi di spe-
rimentazione assurdi, rischi di incidenti tra il
pubblico e investimenti per aggiornare i cir-
cuiti? E’ sufficiente definire dei regolamenti
virtuali di motori, pneumatici, sospensioni,
creare piste virtuali e predisporre dei pro-
grammi per tarare lo stile di guida sul carat-
tere o sull’umoremomentaneo di ciascuno di
noi ed ecco già pronto il Motorsport del futu-
ro: costi bassi, massima sicurezza, innovazio-
ne senza limiti, immagini ad alta risoluzione
generate da una grafica spettacolare, effetti
sonori immersivi. Cosa vuoi di più?
Parlare di hz, sensori, processori per gover-
nare i robot? Saltiamo il passaggio e seguia-
mo in TV a pagamento le gare virtuali tra
modelli comandati da piloti professionisti
collegati con sensori ad un elaboratore cen-
trale. E’ il caso di “cervelli in una vasca”! Le
gare virtuali ci sono già, non vedo perché la