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La festa è finita presto, dannatamente presto. Il
tempo di archiviare il secondo tratto e s'è dovuto
prendere atto che Alexey Lukyanuk, velocissimo
in qualifica e strepitoso nella prima prova specia-
le, s'era già fatto da parte. Cedendo a Craig Breen
– secondo nei sedici chilometri e spiccioli inizia-
li, un giochino da centoquattro e sei di media – il
bastone del comando e lasciando al solo Kajto
Kjetanowicz il compito di tenere accesa la sfida.
Compito non facile, contro l'ispiratissimo pilota
della Peugeot. Ma il polacco, dietro di una venti-
na di secondi, ci ha provato. Almeno per un po'.
Poi, nel penultimo impegno della prima giornata,
anche lui ha finito per staccare una ruota della sua
Fiesta. E l'irlandese, in cerca di riscatto dopo il
sofferto fine settimana austriaco e quello altret-
tanto poco felice vissuto sulle strade del Monte,
s'è trovato padrone assoluto del campo. Con un
minuto e passa di vantaggio su Siim Planji.
Davanti a una classifica scolpita nella roccia, Bre-
en ha sotterrato l'ascia di guerra. Dopo aver
osservato che non era proprio il momento di com-
mettere sciocchezze, s'è rimesso ai comandi di
una 208 T 16 tornata ad essere efficace e ha fat-
to il minimo indispensabile per mettere al sicuro
una vittoria che Plangi proprio non poteva
togliergli. “Quello che dovevo fare, l'avevo fatto
ieri”, fa notare il grande protagonista dell'appun-
tamento lettone. Dopo aver ricordato che nel pri-
mo impegno era stato sì battuto da Lukyanuk, ma
di un niente: sette decimi appena. Non aggiunge
granché, dice solo di aspettare con una certa
impazienza di affrontare l'asfalto del Circuit of
Ireland, la sua gara di casa. Per mettere altro fie-
no in cascina, per continuare quella che si augu-
ra sia una lunga striscia di vittorie.