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I DUBBI

DI ALONSO

Stefano Semeraro

«Ho sentito un sacco di cose sull'incidente di Fernando Alonso, specie

dalla stampa spagnola e italiana. E il 90 per cento è falso». Già, mister

Dennis, ma il restante 10 per cento? Sono passate ormai due settimane

dal misterioso botto di Fernando Alonso durante i test di Dubai, e non si

può certo dire che luce sia stata fatta, anche perché dalla McLaren sono

arrivate fino ad ora spiegazioni lacunose o poco credibili. Anzi, non-spie-

gazioni, visto che alla favoletta del vento che sarebbe responsabile di tut-

to non ci crede quasi nessuno. Secondo “El Mundo”, ad esempio, non ci

crede neppure lo stesso Alonso, che dopo essere stato dimesso dall'ospe-

dale sta passando la convalescenza a casa sua, adOviedo, in attesa di sape-

re se i medici gli daranno il nulla osta per correre a Melbourne. Per il quo-

tidiano spagnolo infatti il driver spagnolo e il suo staff avrebbero per pri-

mi chiesto lumi al team sul quanto era successo, e soprattutto garanzie

che l'incidente non possa ripetersi. Per Carlos Sainz jr tutti farebbero bene

“ad attenersi a quanto ha dichiarato laMcLaren, è stato un incidente sfor-

tunato, simile a quello che è capitato a me (ma in un punto diverso della

pista, dove davvero secondo le testimonianze c'era molto vento, ndr). Mio

padre ha parlato con il manager di Fernando e a quanto pare per l'Au-

stralia non ci dovrebbero essere problemi». Una linea innocentista che

però non è condivisa da tutti all'interno del paddock. Quella “strana” tra-

iettoria percorsa dalla vettura di Alonso prima del duplice impatto con il

guardrail resta difficile da spiegare se non prendendo in considerazione

qualche problema tecnico, più specificatamente meccanico. «Nessuno sa

cosa è successo, probabilmente neppure Fernando», sospira Rosberg, e

in effetti Alonso, che ha perso conoscenza durante l'impatto – o forse

anche prima, e apparentemente a più riprese – ha dichiarato di non ricor-

darsi nulla della circostanza. «Adirci di più sulla faccenda saranno i medi-

ci – ha dichiarato il portavoce del team – non sarà certo la McLaren ad

anticipare qualcosa perché non è questo il nostro ruolo». Ma si sa che le

atmosfere dove non si respira verità sono quelle dove è più facile soffo-

care nei dubbi. E quando si tratta di rischiare la pelle tutti, a partite dai

piloti, vorrebbero avere in mano tutte le informazioni necessarie prima

di calarsi nell'abitacolo. Un po' più di trasparenza, un po' di aria pulita

anche in questo caso non farebbe male.

Secondo il quotidiano spagnolo

“El Mundo” i primi a non

credere del tutto alla versione

fornita dalla McLaren

sull'incidente sono proprio

i membri dello staff

del campione asturiano.

Che si sta riposando a Oviedo

in attesa che i medici gli diano

il via libera per Melbourne.

Ma la F.1, dove un dettaglio

può decidere della vita di un

uomo, può sopportare omertà

e mezze spiegazioni?