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FORMULA 1
Stoffel Vandoorne
Stefano Semeraro
Via dalla Germania. Anzi, via dall'Europa. Dal Vecchio Conti-
nente che è stata insieme la culla e la nutrice della F.1, ma
che oggi, proprio come un anziano genitore poco in salute, il
figlio snaturato ha deciso di abbandonare. La decisione di
cancellare il GP Germania è arrivata puntuale, non certo inat-
tesa, a confermare che Bernie Ecclestone e i padroni del Cir-
cus se ne fregano altamente della tradizione, ma badano solo
al soldo. Al marketing forse, ma visto lo spettacolo a volte
desolante di certi circuiti, dove il pubblico pagante è pochis-
simo e il pubblico in generale spesso molto scarso, interessa
soprattutto il riccone di turno da mungere. Lo Stato o l'orga-
nizzatore esotico e solvibile (ma non sempre, vedi il caso-India
o Corea del Sud), che per ragioni di propaganda può permet-
tersi di sborsare l'esosa “fee”, la tassa di iscrizione al Mon-
diale. A dire il vero per salvare il Gran Premio di Germania si
era mossa anche la Mercedes: anche perché avere un Mon-
diale dominato da una Casa tedesca, ma nessuna gara sul
suolo nazionale, ne converrete, è davvero uno strano modello
di business. Oltre che avere piloti come Sebastian Vettel e
Nico Hulkenberg.
«Per quello che possiamo fare, cercheremo di dare una mano
– aveva spiegato Toto Wolff, il boss della Mercedes F.1 – per
noi è un Gran premio molto importante». L'offerta era quella
di accollarsi tutte le potenziali perdite del 2015 e contribuire
alla promozione dell'evento. Macché. Ecclestone ha parlato
con il Nurburgring, che da tempo versa in bruttissime acque,
poi con Hockenheim, ma il salvataggio è fallito. «Come prin-
cipio non crediamo giusto che sia compito di un team dare so-
stegno economico a un singolo evento, e non crediamo che
questo sia un modello sostenibile», ha commentato un porta-
voce di Stoccarda. «Nondimeno, il Gran Premio di Germania
è uno degli eventi fondamentali del calendario, e noi abbiamo
un significativo interesse al suo svolgimento. Mercedes-Benz
ha partecipato alle trattative e offerto un significativo contri-
buto alla gara del 2015. L'offerta, sfortunatamente, non è
stata accettata». Anche Niki Lauda ha sparso calde lacrime
Il fatto