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MOTO GP
Gara a Losail
CHE BATTAGLIA CON DOVIZIOSO
«Metto questa gara - ha detto Rossi - tra più belle della mia
carriera. La battaglia con Dovizioso è stata all'altezza dei miei
duelli con Marquez o con Lorenzo, come quello del Gp di Bar-
cellona del 2009. Non ricordo bene cosa è successo nell'ultimo
giro, ma solo che stavo cadendo almeno tre o quattro volte e
che Dovizioso è stato fortissimo e difficile da battere». In prin-
cipio la Yamaha non sembrava poter essere protagonista a Lo-
sail. Dopo le prove libere e ufficiali, le M1 erano indietro sia
rispetto alle Honda che alle Ducati. «Abbiamo trovato qual-
cosa nel warm-up che ha cambiato le cose - ha detto Rossi - poi
questa è una pista che è storicamente favorevole alle Yamaha.
Ma la battaglia con Dovizioso è stata fantastica. Andrea ha
guidato benissimo e in modo furbo. Negli ultimi giri ci siamo
passati molte volte e Dovizioso è stato sempre molto
bravo. Tutto esaltante».
MAGIC MOMENT DUCATI
La vittoria Yamaha si riflette comunque in un momento magico
per la Ducati che piazza due moto, le nuove GP15, sul podio.
«Se prima della gara mi avessero detto che avrei fatto una
gara come questa - ha detto Dovizioso - avrei sorriso. Ma dopo
averla fatta, oltre alla felicità per il risultato, rimane anche
l'amaro in bocca per non essere riuscito a vincere. Non sape-
vamo esattamente come si sarebbe comportata la moto dopo
metà gara. Sospettavamo un calo di gomme che c'è stato, no-
nostante questo sono riuscito a battagliare a lungo con Valen-
tino e il fatto che mi sia arrivato davanti ora un po’ mi
dispiace».
MARQUEZ SVANTAGGIATO
Prima del via le grandi favorite erano le Honda Hrc del campione
del mondo Marquez e di Pedrosa. Su Marc c’è da dire che è sì
arrivato quinto, nemmeno troppo attardato dai primi, ma ha do-
vuto fare una corsa in rimonta dall’ultimo posto per un contatto
al primo giro. Particolare non da poco, insomma. A naso, il
grande favorito per la corsa al mondiale rimane lui. Anche se sul
“Piccolo Diavolo” incombe un’ombra mica da ridere, tanto sug-
gestiva e bella quanto possibilmente esplosiva per Marquez, per
l’Hrc e per tutto il motomondiale: Casey Stoner.
PEDROSA STOP
Dani Pedrosa, come detto, non ha pronunciato la parola «ri-
tiro», ma ha lasciato intendere che sta valutando proprio quel-
l’ipotesi, perchè il dolore ormai è insopportabile, tanto da
togliergli la gioia di correre. Se stop dovesse essere, sarebbe
però difficile dire per quanto, comunque il tempo necessario
a risolvere il problema di sindrome compartimentale all'avam-
braccio destro che lo tormenta dal 2014. Lo spagnolo, tra l’al-
tro, ha già chiarito di aver parlato con tutti i dottori specializzati
del mondo e l’opinione, unanime, è che non può più essere
operato. Una situazione sicuramente non facile, non bella, sia
per lui che per tutta il mondo dei motori.
IL SOGNO E’ STONER
E dunque, l’ipotesi più suggestiva (ed ardua) sarebbe quella di ri-
chiamare in pista Casey Stoner. L'australiano ha smesso di cor-
rere alla fine del 2012, ma è rimasto nell'orbita della casa
giapponese come collaudatore. Quando ha provato la moto, giu-
sto così per togliersi un po’ di ruggine e beccarsi dei quattrini, è
sempre andato veloce. Molto, molto veloce. L'ostacolo mag-
giore sarebbe convincerlo a lasciare la sua amata fattoria e tor-
nare all'attività agonistica, strada già tentata più volte dal vice
presidente della HRC, Shouey Nakamoto, che ha sempre avuto
il pallino per quell’australiano completamente matto in pista e
completamente avulso da un mondo, quello del paddock, che
non gli è mai piaciuto e non lo ha mai interessato più di tanto.
Dani Pedrosa
Dani Pedrosa
Le due Ducati
davanti a Rossi