L’editoriale
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di Massimo Costa
FORMULA NOIA,
FORMULA SPETTACOLO
QUANTA CONFUSIONE
NEI MEDIA
Diciamo la verità, ci hanno un po’ stufato coloro che dopo un Gran
Premio non particolarmente eccitante, si lanciano nei soliti titoli: For-
mula Noia. Gli stessi titoli che si leggevano dieci anni orsono, venti
anni fa e ancora prima. Salvo poi esaltarsi in una gara combattuta,
come in quella del Bahrain. La F.1, non essendo un monomarca per
fortuna, ma una categoria che propone costruttori, offre un varie-
gato panorama di monoposto e motorizzazioni. Ci può essere quindi
l’anno della Mercedes che domina, della Red Bull che vince quattro
titoli in fila, della Ferrari di Michael Schumacher dirompente, della
Williams travolgente di Nigel Mansell, della McLaren devastante con
Ayrton Senna e Alain Prost, eccetera.
La F.1 può scrivere un GP divertente e 15 giorni dopo un altro GP
completamente differente e più noioso. E’ la sua storia, la sua na-
tura, nulla di più. Perché meravigliarsi ogni volta? Basta aprire i libri
di storia per capire meglio che è questo il succo del campionato del
mondo, solo che la rincorsa folle al business, all’audience, ha oggi
esasperato il problema e anche le persone di comando come Bernie
Ecclestone perdono la testa. Ricordiamo Gran Premi terribilmente
soporiferi negli anni Settanta, con il primo che doppiava il terzo, così
come negli anni Ottanta o Novanta dove magari il quinto classificato
concludeva la corsa a due giri di distacco. Eppure di tanto in tanto
qualcuno dice “quelle sì che erano gare”. Contenti e convinti loro. Ci
sono poi gli snob, quelli che la F.1 fa sempre schifo ed esaltano altre
inguardabili categorie… Come arginare il problema? Non c’è solu-
zione. La strada intrapresa è questa, la F.1 deve essere spettacolare
in ogni momento, sennò a qualcuno viene il mal di testa.