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GP BAHRAIN

Mercedes

Massimo Costa

Nico Rosberg non è Lewis Hamilton. Così come Mark Webber

non era Sebastian Vettel quando la Red Bull dominava il mon-

diale F.1. Questione di talento, nulla di più. Lo scorso anno ci si

è sforzati di vedere nell’educato e rispettoso biondino, ma ca-

pace di qualche colpo basso da cattivo ragazzo e di rilasciare nel

dopo Shanghai dichiarazioni tipiche del pilota sconfitto, un vin-

cente in grado di tenere testa al britannico. La realtà è che era

Hamilton a complicarsi la vita di tanto in tanto. Tutto è final-

mente chiaro, per chi si fosse distratto negli ultimi anni, e que-

sta stagione il campione del mondo, sistemate alcune cosucce

dal punto di vista della concentrazione (vedremo però se du-

rerà nel corso della lunga stagione), strapazza Rosberg come

farebbe con un piatto di uova al tegamino. E per Nico, che con

cura dei dettagli ci aveva informato lo scorso novembre che

avrebbe trascorso l’inverno cercando di rinforzare i suoi punti

deboli rispetto ad Hamilton, deve essere stato un terribile ri-

sveglio. E’ così che nascono poi le accuse al compagno di averlo

volutamente rallentato per fargli consumare le gomme, vedi

Cina, o alla squadra di non aver adottato una strategia vincente

per lui. Ricordate Webber? Più o meno la stessa storia insomma.

Rosberg, superato da Vettel in qualifica, in gara ha mostrato

una grinta che non la si era vista a Melbourne, Sepang e Shan-

ghai. Ma stringi stringi, il risultato finale non è cambiato. Per

noie ai freni, ha ceduto a Raikkonen all’ultimo giro il secondo

posto arrivando malamente lungo, ma sarà verò che la colpa è

tutta dell’impianto frenante? Rosberg si è così piazzato terzo,

Hamilton ha vinto il terzo Gran Premio su quattro e veleggia al

comando della classifica. Con la Ferrari che preme, Toto Wolff

e Niki Lauda dovranno presto ricorrere al gioco di squadra e

non più lasciar liberi i loro piloti di fare e disfare come nel 2014.

E il copione è già ampiamente scritto, la guida numero due sarà

Rosberg.

La seconda guida

Rosberg è ancora stato sonoramente battuto da Hamilton,

che non è mai riuscito ad avvicinare, né in qualifica né in gara, commettendo

poi un errore nel finale che lo ha fatto retrocedere terzo dietro Raikkonen.

E presto la Mercedes, per controbattere alla Ferrari, dovrà adottare

il gioco di squadra e il ruolo delle parti è già assegnato…