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GP BAHRAIN
Ferrari
Stefano Semeraro
I maliziosi avranno pensato: c'è un contratto da rinnovare e Kimi
si è svegliato. Ma non è così, perché Raikkonen non è così. A
questo punto della carriera a Iceman interessa tornare a vin-
cere, piazzare gli ultimi acuti di qualità. Dimostrare a tutti che
vale un Vettel, un Hamilton, un Alonso. Senza dirlo troppo in
giro, ma facendo parlare i risultati, come è sua abitudine.
Adesso che ha finalmente una macchina che gli piace, equili-
brata come vuole lui, può provarci. Ed eccome se ci ha provato,
ad Al Sakhir. Partenza da brivido, con sorpasso a Nico Rosberg
“por fuera” alla prima curva, poi dopo la reazione delle Frecce
d'argento un secondo stint da fenomeno con le medie, e alla
fine sulle soft la caccia aperta alle Mercedes con un ritmo – fra
un secondo e un secondo e mezzo più veloce del campione del
mondo - che ha fatto crollare Rosberg e messo il pepe al retro-
treno a Lewis Hamilton. Uno show esaltante, un GP da attac-
cante vero, ma anche da grande esperto nella gestione delle
gomme.
Kimi non si accontenta
del secondo posto
Kimi come al solito avrebbe voluto fare di testa sua e cambiare
strategia, ma il box stavolta ha avuto ragione a non “lasciarlo in
pace” e a consigliargli di mantenere il piano di gara. Non sem-
bra, eppure è lo stesso Raikkonen che un anno fa pareva pronto
per la pensione agonistica e per cullare il figlioletto. Inconten-
tabile, ieri come oggi. «Sì, è bello essere tornato dopo la jella e
le difficoltà del 2014, ma non posso dire di essere soddisfatto,
se ti accontenti del secondo posto vuol dire che sei finito. Sono
arrivato molto vicino a Hamilton: chissà, se Rosberg non mi
avesse ripassato nei primi giri dopo che gli ero stato davanti in
partenza, avrei perso meno tempo. Mi sarebbe servito qualche
giro in più... Ma se continuiamo così presto saremo in grado di
lottare per la vittoria ad ogni GP».
Raikkonen deve essere
tenuto sotto stress
Dopo il quarto posto in Cina e in Malesia, sicuramente per il fin-
landese la tendenza è al rialzo, in pista come davanti a Mauri-
zio Arrivabene. Il merito della rinascita, parallela a quella della
Rossa, secondo il manager di Raikkonen, Steve Robertson, è
anche dovuto alla presa di potere di James Allison a Maranello.
Con una Lotus firmata dall’ingegnere inglese nel 2012 e 2013
Kimi infatti era già tornato a ruggire in F.1 dopo le parentesi
vacanziere nel Mondiale Rally e nella breve parentesi Nascar.
«Kimi guida bene quando 'sente' l'avantreno della monoposto
– spiega Robertson – e questo gli accade ora con la Ferrari
come gli accadeva alla Lotus ». Rinnovo vicino, dunque? «Non
firmeremo certo domani», ha risposto ieri Arrivabene a chi gli
poneva la questione. «Anche perché non voglio che Raikkonen
si senta già con il sedile assicurato e si 'addormenti'. Del resto
è uno che dà il meglio sotto stress. Io gli avevo chiesto un se-
gnale, lui ha risposto da campione».