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GP CANADA
Mercedes
Massimo Costa
Questa volta non è entrata in pista la safety-car negli ultimi 8 giri della gara e così
allaMercedes a nessuno è venuto inmente di richiamarlo ai box…Scherzi a parte
(ma mica tanto), Lewis Hamilton quindici giorni dopo aver vissuto la più grande
delusione della sua carriera, con quel primo posto che nel Principato di Monaco
era suo ma gli è stato sottratto da una assurda decisione degli ingegneri Merce-
des, ha ribaltato la situazione. Pole, la sesta su sette qualifiche, e vittoria mai
messa in discussione. Certo, Nico Rosberg non lo ha mollato un attimo, sempre
lì come quei cagnolini che quando cammini da dietro ti mordicchiano le ciabatte.
Ma ci voleva un veromorso, un attacco portato con determinazione, per ripetersi
sul gradino più alto del podio dopo Monaco. Hamilton invece, ha controllato da
veterano il compagno di squadra. Ogni qual volta il divario scendeva sotto il se-
condo, il campione del mondo riportava Rosberg a 2”. Quasi un gioco. In realtà,
Hamilton doveva vedersela con un consumo di carburante seccante, tanto che il
suo ingegnere lo ha invitato a frenare prima del solito: inizialmente 50 metri, poi
addirittura 100 metri. Ma allo stesso tempo Rosberg aveva i freni che facevano
le bizze, questo spiegherebbe un lungo al tornante.
Una vittoria che
annichilisce Rosberg
Toto Wolff assisteva preoccupato, dentro di se si augurava di non ritrovarsi con
i suoi due piloti in piena bagarre (chissà cosa potevano combinare), ma allo stesso
tempo non voleva neanche assistere al ritiro di uno dei due per motivi di benzina,
sarebbe stato devastante per l’immagine (nuovamente dopo Monaco…), o per
il cedimento dei freni. Gli è andata bene. Al suo fianco, Niki Lauda era invece
l’immagine dell’ottimismo, della certezza che leW06 non avrebbero tradito. E ha
avuto ragione. Hamilton si è ripreso i 7 punti persi a Monaco su Rosberg, ma
questo successo (il quarto del 2015) vale molto di più. La verve che Rosberg
aveva messo sul piatto a Montmelò, è svanita in fretta. Quello accaduto in Spa-
gna sembra ora più un “incidente” di percorso che altro. Hamilton lo ha strabat-
tuto aMonaco, quel che è accaduto nel finale non vale…, e aMontreal riportando
Nico nel girone infernale dei perché. Perché non sono veloce come lui in quali-
fica, perché in gara non riuscivo a prenderlo, perché non riesco a ripetere il do-
minio di Montmelò e via di questo passo. Hamilton conta 151 punti, Rosberg
134. Una differenza di 17 lunghezze che non appare sulla fredda carta così impos-
sibile da recuperare. Ma da come guida Hamilton, non vediamo come Rosberg
possa facilmente colmarla.