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Stefano Semeraro
Veloce. Molto veloce. Non abbastanza veloce. Nico Rosberg è tornato
a prenderle, e la morale resta quella: se non succede niente di “strano”,
a vincere è sempre Lewis. Così nel dopogara è scattata la frustrazione.
Colpa di una qualifica perdente (rispetto al compagno) e del rigore di
Hamilton, che ha corso quasi come un... Prost, senza sprecare un goc-
cio di carburante, senza una sbavatura. Nico alla fine sulle gomme soft
era più veloce, ma niente, non è mai riuscito ad arrivare a tiro di DRS. «Ci
ho provato – ha ammesso – ma lui non ha commesso un solo errore.
Non sono riuscito mai ad avvicinarmi a sufficienza, appena ci provavo do-
vevo stare attento alle temperature dei freni che si alzavano pericolosa-
mente, tanto che in rettilineo dovevo uscire dalla traiettoria per
raffreddarli un po'. E' stato quello il problema più grave della mia corsa».
Senza grip in Q3
e non si sa perché
Dopo Hamilton, s'intende. E dopo quel Q3 nel quale, nonostante le
buone sensazioni e le buone premesse, non è riuscito a strappare la pole
all'inglese. «Tutto sembrava a posto, sono uscito per attaccare e tutto
è andato incredibilmente storto. Appena sono entrato in pista mi sono
accorto di avere poco grip al posteriore, e non so perché. Il team ana-
lizzerà la situazione, cercheremo di capire, di certo è che è un peccato
perché è per quello che ho perso ogni chance». Sarà sicuramente così.
Resta, però, l'impressione che a Rosberg nelle giornate “normali” man-
chi sempre qualcosa per essere veramente all'altezza del suo compa-
gno di gara. Se non arriva un guaio tecnico, o magari un aiutino –
involontario, certo - da parte del muretto, Rosberg resta inchiodato alla
sua posizione di ottimo, ma inevitabile secondo.