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GP CANADA

Red Bull

Massimo Costa

Tough race, dice Daniil Kvyat. Strange weekend, afferma Da-

niel Ricciardo. Difficult race, conferma Christian Horner. Hard

weekend, conclude Thierry Salvi della Renault. Questa l’aria

che si respirava in casa Red Bull al termine del GP del Canada.

Traducendo: dura gara, strano fine settimana, gara difficile, pe-

sante fine settimana. Pesante come l’aria che si sarà tornati a

respirare nel box dei bibitari dopo la sbornia finta di Monaco

che aveva ridato false speranze, come accaduto anche in casa

McLaren, dove Kvyat aveva concluso quarto e Ricciardo quinto.

Su una pista dove la potenza è fondamentale al pari del telaio,

sono riemerse tutte le pecche del pacchetto RB11-Renault.

Trovata l’affidabilità

ora si cerca la velocità

Il tecnico Salvi sostiene che quanto meno l’affidabilità è stata

raggiunta ed ora, dopo essersi concentrati su questo aspetto,

si inizia a lavorare sulla competitività, sulla prestazione mas-

sima, per cercare di raggiungere le prime posizioni. Montreal

ha visto un Kvyat ancora bravo e preciso concludere nono, Ric-

ciardo invece fuori dai punti, tredicesimo. L’australiano ha sof-

ferto più del russo la mancanza costante di prestazione della

sua vettura e per la seconda volta consecutiva Kvyat gli finisce

davanti. Non è il caso di aprire processi, di lanciarsi in dibattiti

sul rendimento di Ricciardo, come disgraziatamente qualcuno

su una pay tv italiana qualcuno ha voluto fare forzando non

poco la situazione. Il problema della Red Bull, lo abbiamo già

scritto in altre occasioni quest’anno, non è solo nella power

unit Renault, ma anche nella vettura, certamente lontana pa-

rente dalle precedenti creature di un Adrian Newey che ap-

pare distratto, coinvolto com’è in altri ambiziosi progetti.

Quale la via di fuga

se Renault entra in F.1

Come uscire da questa situazione? Da qualche settimana non

si parla più di possibili ritiri, di forzature per cambiare i regola-

menti, di accordi con l’Audi, di vendita. Tutto è rientrato. Ma

non è detto che non si stia lavorando dietro le quinte per cam-

biare un futuro che al momento non appare particolarmente

allegro. Anzi, di solito quando tutto tace, quando non si met-

tono più in giro voci che rimbalzano nel paddock come palline

da flipper, significa che realmente qualcosa sta bollendo in pen-

tola. Tanto più che se la Renault entrerà direttamente in F.1 (le

ultime lasciano intendere che sarà la Lotus la preda), Red Bull

non potrebbe accettare di divenire semplicemente partner

della Casa francese che ovviamente concentrerebbe tutti i suoi

sforzi sul proprio team.