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EUROPEO RALLY

Ypres

La Fabia entra nella splendida piazza del mer-

cato e i tantissimi tifosi di Freddy Loix pos-

sono finalmente indossare le magliette che

avevano preparato per celebrare l'ennesima

vittoria a Ypres del loro beniamino. Quelle

con su scritto a caratteri cubitali Magic

Freddy Magic Victory che la sera prima, alla

conclusione della prima giornata di gara,

qualcuno di loro aveva temuto di dover la-

sciare negli scatoloni. La ventesima parteci-

pazione del fiammingo al classicissimo

appuntamento nei luoghi martoriati dalla fol-

lia umana in entrambi conflitti mondiali del se-

colo scorso non era iniziata come avevano

immaginato: sempre un po' meno veloce

degli altri grandi protagonisti al via, alla tre-

gua notturna era solo quinto a quasi trenta

secondi da Craig Breen, preceduto anche da

Bryan Bouffier, Stéphane Lefebvre e Kris Prin-

cen. Ma a differenza di Kevin Abbring, volato

fuori mentre cercava di consolidare il proprio

primato, c'era ancora. E poteva ripetere che

gli ingredienti per vincere sull'asfalto velocis-

simo e insidiosissimo del Plat Pays erano sem-

pre e solo due: andare forte e non

commettere errori. Di sbagli non ne aveva

fatti, adesso si trattava di aumentare il ritmo.

Sperando che i continui interventi effettuati

per adattare l'auto a un percorso infarcito

come nessun altro al mondo di innesti fossero

serviti a rendere competitiva la compatta del-

l'est che, nel recente passato, anche lui aveva

contribuito ad affinare con una serie intermi-

nabile di test.

Di aver imboccato la strada giusta, Loix

l'aveva intuito nel primo tratto del sabato,

concedendo solo tre decimi all'irlandese con

la Peugeot. In quelli successivi ne aveva avuto

conferma: più veloce sia nel secondo, sia nel

terzo, alla fine della prima boucle della fra-

zione era salito in quarta posizione, a venti-

due secondi e otto dal leader e a sette

secondi dal podio virtuale. Qualche altro in-

tervento sull'assetto ed era tornato a battersi

per l'oro. Favorito anche dagli avversari.

Prima dalla divagazione di Breen che vagando

fra i campi aveva raccolto abbastanza erbacce

da togliere aria al quattro cilindri della sua

208, poi dalla gomma squarciata da Lefebvre

e infine da quella tagliata da Bouffier che, co-

stretto a mettere il piede a terra nel quartul-

timo impegno, gli aveva di fatto consegnato

la vittoria. La decima nella gara che nessuno

sa interpretare bene come lui.

“E' un gran momento”, fa dopo aver essersi

infilato la T-short nera. Aggiunge: “Le vitto-

rie sono tutte belle, ma penso proprio che

questa, ottenuta a quarantacinque anni, avrà

per sempre un posto particolare nei miei ri-

cordi...”.

Ultimo ad arrendersi

è stato Bryan Boiffier