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GP GRAN BRETAGNA
Ron Dennis
Stefano Semeraro
Ron Dennis ne è sicuro, come al solito: «Il nostro obiettivo è
vincere il Mondiale». Non in questa stagione, magari; ma nep-
pure fra dieci anni. L'attesa sarà più breve. I fallimenti, le pe-
nalità, le gare imbarazzanti, il nono posto su dieci team
presenti in griglia sono solo il prezzo da pagare per ritornare
in alto. O almeno è quello che predica Dennis. Il grande boss
della McLaren, parlando all'Independent nel weekend di Sil-
verstone, ha spiegato infatti di essere – ebbene sì... - molto
soddisfatto dei miglioramenti evidenziati dal team nelle ul-
time gare. «Abbiamo compiuto significativi e solidi progressi.
Ne sono tutti meravigliati, tranne me: perché già lo sapevo»,
spiega con la sua solita umiltà Dennis. «Ogni passo che ab-
biamo compiuto ci ha portato aventi nella direzione prevista
dai nostri calcoli e dai nostri test in pista, e questo è molto
promettente». Una concessione il rocciosissimo Ron la fa sulle
difficoltà incontrare nella progettazione della vettura. «Nè noi
né la Honda ci aspettavamo un impegno così duro. La Honda
in particolare ha iniziato da un foglio bianco, non solo per
quanto riguarda il motore, ma anche per il settore ricerca e
sviluppo. Hanno prodotto tanti motori nella loro storia che
sono sicuro che alla fine noi potremo disporre del migliore in
assoluto, ma i problemi connessi alla sua natura ibrida e al re-
cupero dell'energia sono estremamente complessi. Non im-
porta chi guida la vettura, ci vorrà tempo per venirne a capo.
I nostri concorrenti però, hanno iniziato nel 2014 e possono
usare 5 unità, la Honda è entrata nel 2015 e può usarne solo
4: questo per me è molto scorretto. Un modo per scoraggiare
un costruttore è proprio quello di imporre delle regole come
quelle che ci sono al momento in F.1».
Fenomenale
l’inesperienza
di alcuni team
Un attacco duro, rivolto anche alle logiche dello Strategy
Group e al punto di vista dei team più piccoli. «Sono
sconvolto da quello che sento a volte all'interno dello
Strategy Group», sostiene il manager inglese, “specie se
penso alla quantità di milioni che sono in ballo. Quando
mi dicono cosa posso o non posso fare, come posso uti-
lizzare o no le strutture della mia factory, influenzando le
mie possibilità di diventare più competitivo, io alzo la
voce. Purtroppo è una impostazione supportata da chi
non ha mezzi, e questo è molto frustrante». Per Dennis il
rischio è di ripetere errori già commessi in passato nella
gestione della F.1. «Sono stato impegnato personal-
mente in 17 edizioni del Mondiale, penso di saperne qual-
cosa. Ma quando partecipi a queste riunioni dello
Strategy Group mi accorgo che esiste una fenomenale
mancanza di esperienza da parte di alcuni team. Sugge-
riscono soluzioni che non si sono rivelate sbagliate una
volta sola, ma che sono state provate e hanno fallito sei
o sette volte. Ma l'unica cosa che puoi fare è dare voce
alle tue opinioni in un forum...».
Dennis è sicuro:
alla fine vinceremo
La tradizionale insofferenza di Dennis per le opinioni altrui
non è stata placata dal passare degli anni. «La McLaren ha un
forte Dna vincente. La prima sensazione che sento il mattino
dopo una gara che non abbiamo vinto è: dolore. Chi ci critica
non ha l'esperienza che abbiamo noi, per loro è difficile ca-
pire cosa sta succedendo. Io so che nella storia della McLa-
ren questo è uno dei gruppi più forti e coesi di sempre.
Dobbiamo fare una fatica terribile per sopportare ogni pro-
blema, c'è chi rischia di crollare sotto le aspettative, ma è il
prezzo da pagare per convincere chi sta investendo su di noi
che deve continuare a credere nel team. Perché io so che alla
fine vinceremo».
Dennis sotterra
lo Strategy Group
Il patron della McLaren non usa mezzi termini per criticare
i responsabili di alcune delle squadre presenti nel mondiale, capaci
solo di proporre iniziative già provate e che sono fallite. Inoltre,
si dice certo che con la Honda il team di Woking tornerà vincente