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ITALIANO RALLY
San Marino
“Eravamo partiti per difenderci...”. Il San Marino è appena fi-
nito e Anna Andreussi offre un'analisi estremamente precisa
della gara. La friulana ricorda che lei e Paolo Andreucci erano
partiti quasi rassegnati a subire gli attacchi di Umberto Scan-
dola e Gillo D'Amore e conferma che se il veronese e l'impe-
riese non si fossero messi per cappello la Fabia R5 già nella
seconda prova, il loro obiettivo principale sarebbe stato quello
di limitare i danni. Come avevano fatto, assai bene, nel primo
tratto cronometrato, concedendo tre secondi e due al rivale
più pericoloso nella corsa al titolo, ma mettendosi dietro tutti
gli altri. Fermo il pilota della Skoda, hanno cambiato pro-
gramma e hanno iniziato ad attaccare. Battuti da Simone Cam-
pedelli nel terzo round, si sono imposti un ritmo sufficiente a
vincere anche l'appuntamento con epicentro nello staterello
fondato dal Santo Marino. Quello sulla carta meno favorevole
a loro, costretti a mettere per primi le ruote su tutte le prove
speciali.
Annina non dice che, per cercare di rallentare la loro marcia
trionfale verso l'ennesimo titolo, gli inquilini del palazzo si do-
vranno inventare qualcosa d'altro. Ma ci sta che lo pensi, che
tema davvero che da qui a poco compaia un codicillo per cui
chi ha più punti di tutti debba gareggiare con un handicap, ma-
gari tirarsi dietro un rimorchietto. Le vie di loro signori, si sa,
sono infinite... Intanto si gode l'ennesima vittoria divisa con l'in-
tramontabile garfagnino e rende merito a chi ha contribuito a
concretizzarla: alla gente della Peugeot e a quella della Pirelli,
anche e soprattutto ai meccanici della Racing Lions che, allar-
mati da una perdita d'olio, sono stati di nuovo bravissimi a so-
stituire il cambio della 208. E ovviamente dice un gran bene
pure di Simone Campedelli che, al rientro dopo un annetto di
sosta forzata, è stato bravissimo prima a sfruttare la posizione
di partenza e poi a difendere un risultato da incorniciare con
quella 207 Super2000 che non sarà più la più bella del reame
e tuttavia resta ancora un gingillo capace di regalare gioie a
chi non ha paura a tenere giù il piede. Quello che non è quasi
mai riuscito a fare Giandomenico Basso. Il veneto con la Fiesta
a gas è stato, persino più di Scandola, il grande sconfitto della
sfida sulle lentissime strade bianche intorno al Titano e s'è
preso tutte le colpe di un risultato più che deludente. Anche
quelle che, forse, sue non sono.
Junior
Tassone come da copione
Missione compiuta: ingaggiato dalla Peugeot Italia a inizio stagione per vincere il Cam-
pionato Junior, Michele Tassone rastrella sulla terra del San Marino i punti che lo met-
tono al sicuro da ogni sorpresa con una gara d'anticipo e il suo sorriso coinvolgente
illumina il desolato e desolante piazzalone sul quale quest'anno è tornato a trovare
posto il palco d'arrivo. Il ragazzo cuneese ha ancora una volta fatto bene la sua parte,
facendo tutto quello che doveva per ripagare chi gli aveva dato fiducia. E' bravo e non
ci piove, nell'appuntamento disegnato sotto il Titano ha solo confermato quello che
aveva fatto nella passata stagione imponendosi nel Trofeo Suzuki dal quale era ripar-
tito per rilanciare una carriera che rischiava di arenarsi. Del resto, di avere talento lo
aveva mostrato nel 2011 maramaldeggiando nel Trofeo 500. Sulle strade del Bel Paese,
ma anche e soprattutto su quelle dall'altra parte delle Alpi che la gente dell'Abarth
aveva inserito in un calendario ben fatto. Anche se non gli era servito granché. Era un
ragazzino, allora. Adesso è un ragazzo ancora sufficientemente giovane per sognare.