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LaRAI grida al complotto anti-Ferrari, ma piovono smentite

Ad ascoltare la telecronaca di Gianfranco Mazzoni, che per tutto o quasi il Gp si è lamentato vigorosamente con la regia internazionale, rea di non

inquadrare volontariamente la Rossa per colpa di un presunto litigio fra Ecclestone e i vertici Ferrari, all’Hungaroring è andato in scena uno scan-

dalo che ha danneggiato almeno due parti: quella degli spettatori, privati dello spettacolo di Vettel e Raikkonen che menavano le danze; e quella

degli sponsor della Rossa, penalizzati da una scarsissima esposizione. Nel dopo gara sono piovute però le smentite. Da parte di Ecclestone («Ma

quale boicottaggio? Io sicuramente non ho dato nessuna direttiva, mi rivedrò il GP») e quella energica di Maurizio Arrivabene: «Smettiamola con

questa stupidaggine. La tv inquadra i duelli, parlare di boicottaggio mi sembra assurdo». In effetti è stato spesso così, anche quando i GP li ha do-

minati la Mercedes è capitato spesso di non vedere o quasi Hamilton, perchè - giustamente - la regia privilegia le scene di battaglia agonistica alle

passerelle in solitaria. Per carità, è vero che di rosso a lungo se ne è visto poco, e magari un litigio c’è stato davvero: lo sa chi era sul posto. Però

l’insistenza sul boicottaggio da parte Rai è stata davvero pesante, a tratti quasi fastidiosa. E le smentite davvero nette. Chissà che tanta insistenza

non sia stata frutto di un po' di smemoratezza: era così tanto tempo che la Ferrari non vinceva restando in testa dal primo all'ultimo giro, che ci

siamo dimenticati dell'effetto che fa (anche ai registi).

La sfortuna che

ha colpito Raikkonen

ha impedito una

possibile doppietta

ferrarista