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L’editoriale

di Massimo Costa

TROPPI INCIDENTI NEL 2015

BISOGNA DARSI UNA CALMATA

Non ricordo un’annata costellata di incidenti così violenti e paurosi che,

per lo più, si sono conclusi senza troppi problemi per i piloti. In F.1, no.

Più che altro in Indycar, GP2, Renault 3.5, FIA F.3, GP3, F.4. Ne ab-

biamo visti di tutti i tipi. Monoposto che si sono capovolte, monoposto

che hanno colpito ad alta velocità le barriere frontalmente, volate via

come aerei in fase di decollo. Il maggio dedicato ai test pre 500 Miglia

di Indianapolis, per esempio, è stato spaventoso; poi ci sono stati i botti

terribili della F.3, incidenti visti in WSR 3.5 e in GP2, come quello di Da-

niel De Jong, poi GP3 e anche F.4 dove a Spielberg abbiamo dovuto re-

gistrare manovre da far drizzare i capelli. Ma in tutti i casi, nessun

dramma, nessuna conseguenza fisica pesante. A dimostrazione che Dal-

lara e Tatuus hanno raggiunto livelli standard di sicurezza eccezionali.

San Dallara, San Tatuus, dicono tutti. E non è un bene. Alcuni di questi

incidenti, soltanto 20 anni fa, si sarebbero conclusi malamente. Non

vorrei che proprio questa inconscia consapevolezza che “tanto non mi

succede niente” stia portando i giovani piloti a osare sempre di più, a

tentare manovre spesso senza senso ad alta velocità, come quella di

De Jong alla curva Blanchimont di Spa, cercando un sorpasso in un

punto molto molto complicato e pericoloso. Provato il giorno dopo

nello stesso punto anche da Max Verstappen in F.1, non per niente fi-

glio di questa generazione di piloti che pensano sempre di starsene se-

duti in un simulatore. E “che male non ci facciamo”. Lo stesso

Verstappen che ha osato troppo alla Sainte Devote di Monaco pic-

chiando durissimo. Un’altra componente che porta i piloti a osare sem-

pre più sono le vie di fuga in asfalto. Si tiene giù, anche quando si è

all’esterno, contro ogni senso logico di… gravità, tanto al massimo

“giro largo e me la cavo”. E così questa mentalità si è ormai impadro-

nita dei piloti che poi agiscono in questa maniera anche quando la via

di fuga larga non c’è, e allora accadono i tanti incidenti visti a Monza,

per esempio, con piloti spinti sull’erba. Siamo a un punto di non ritorno,

perché non si torna indietro. Non si possono certo rendere le vetture

più… insicure, magari però, con un po’ di sforzo si potrebbe rimettere

la ghiaia all’esterno delle curve dove ora domina l’alsfalto. Questo sì,

anche se costa qualche euro. Beffa delle beffe, i due drammi veri degli

ultimi mesi non appartengono a questa casistica. Il povero Jules Bian-

chi è andato a sbattere contro un trattore a bordo pista, Justin Wilson

domenica è stato colpito da un pezzo volante. Quasi che la sorte mali-

gna abbia deciso comunque di pareggiare i conti.