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EUROPEO RALLY

Barum

“La gara deve ancora iniziare”. Aver lasciato tre secondi e sei

a Vaclav Pech nella prova-aperitivo disegnata fra le case di Zlin

non pare preoccupare Jan Kopecky: “Domani – osserva il ceco

sul finire del venerdì – sono in programma otto prove alle quali

andranno ad aggiungersi le sei di domenica e non c'è nessun

dubbio che saranno proprio quei quattordici tratti a scrivere la

classifica”.

Non può perdere, il ragazzone dell'est. E soprattutto non può

sbagliare, non nella gara che per lui e per la squadra è quella di

casa. Lo sa e alla ripresa delle ostilità di dà subito una mossa:

vince il primo round sull'asfalto sempre veloce e mai levigato

delle strade che attraversano campi e boschi e tanto gli basta

per annullare lo svantaggio accumulato la sera prima e piazzarsi

sull'attico della classifica. Con un secondo e quattro sul conna-

zionale che seguita a far sembrare la Mini una vera auto da

corsa. Il divario fra i due lievita. Lentamente, ma lievita: un'altra

piesse e a separarli sono quattro secondi e otto, un'altra ancora

e sono otto e cinque. Pochi, per tirare il fiato. Difatti non lo tira

e continua a collezionare successi paziali, ad allargare il mar-

gine. A sera, a separare i due messi meglio, sono trentacinque

secondi e quattro. “E' stata una buona giornata”, commenta il

leader con la Skoda Fabia R5. Non aggiunge che il più è fatto e

tuttavia è assai probabile che lo pensi. Di certo, prima di addor-

mentarsi pensa che il giorno dopo non sarà più obbligato a te-

nere giù il piede sempre e comunque. E se gli passa per la testa

l'idea di firmare anche le piesse che restano, il brivido che si

procura poco dopo l'alba in un'inversione lo convince a lasciar

perdere. Gioca al gatto col topo, lascia scampoli di gloria agli

avversari. Perde cinque delle sei battaglie ma vince la guerra. E

a bocce ferme rende merito all'auto e alla squadra.