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FORMULA 1
Anteprima Singapore
Hamilton, lei è sempre vestito in maniera alla
moda, fin nel più piccolo dettaglio. Ci spiega
quanta vanità c'è in questo?
«Vanità?Nessunome l'hamai chiesto. Ma no,
non sono vanitoso, non so neppure sicuro di
cosa significhi».
Non si guarda mai nelle vetrine quando cam-
mina per strada?
«Be', no!».
Quindi lo escluderebbe...
«Quando entro nel paddock so che ho il mio
cappellino con la visiera sulla destra, gli oc-
chiali da sole, ma per il resto sono rilassato.
Non è vanità, ma la coscienza che non devo
compiacere nessuno. Mi piace la moda, e
quando sono in quel contesto, lì sì chemi pre-
occupo di come appaio, specie considerato
che mi fotografano in continuazione. Ma mi
interessa più che la gente conosca il mio
cuore, chi sono veramente».
Mamolti dicono che l'unica cosa che possono
vedere di lei è la sua immagine esteriore...
«Ma vestirsi bene non significa avere meno
cuore. Però è meglio se, quando passo, la
gente mi guarda».
Quanto tempo passa a curare il suo aspetto?
E' tutto studiato?
«Certo che è studiato. Scelgo io tutti gli abiti
che indosso. Scelgo io il mio stile, ma ho per-
sone chemi aiutano perché odio lo shopping.
C'è gente chemi dice cosa c'è in giro. E' diver-
tente decidere il tuo stile, trovare quello che
ti fa stare comodo. Ci ho messo del tempo.
Ma oggi mi sento più a posto chemai quando
sono nel paddock».
Chi è lo stilista che ammira di più?
«Roberto Tisci e Olivier Rousteing, che ha la
mia età e più o meno il mio stesso back-
ground».
Le capita mai di spendere dei soldi e poi pen-
tirsene?
«Molto raramente. So bene come spendere i
miei soldi. Ci penso molto prima di farlo, e lo
faccio solo quando sono sicuro».
Quale articolo l'attira di più?
«Direi le scarpe. Non sono un tipo chic, ma ne
homolte, di tutti i tipi, ormai non ci stanno più
in casa. Alcune non le ho neppure mai usate,
ma non è la norma. Poi mi piace andare alle
sfilate».
Il suo look da gara è il più conosciuto. Il se-
condo che le piace di più?
«Difficile da dire. Ne ho tanti. E vorrei cam-
biarli più spesso. Sono uno sportivo, è vero,
ma ho un look per quando corro davvero e
uno per quando appaio in pubblico».
C'è qualche accessorio che vorrebbe dise-
gnarsi da solo?
«No, non sono bravo. Però sono bravo a per-
sonalizzare le cose, proprio come con lemac-
chine. Quando acquisto unamacchina spingo
la gente a renderla speciale inventandosi cose
che non avevanomai fatto prima. Ho ordinato
una moto alla MV Agusta. Non avevano mai
cambiato il colore degli ammortizzatori, ma io
glieli ho fatti ridipingere e ora usano la mia
versione. Anche con il mio aereo: i sedili del
Bombardier Global prima di me erano di 46
inches, adesso li usano da 50, e sono stato io
a suggerire loro l'idea. Piccoli dettagli, ma io
impiegomolto tempo per i dettagli. Non dico
che potrei fare lo stesso con dei jeans, ma la
customizzazione è il mio forte».
Mai pentito di qualche tatuaggio?
«No, mi piacciono tutti. L'ultimo che ho fatto,
un'aquila, è il mio preferito. Me lo sono fatto
di nuovo al Bang Bang di New York».
Molti sono di tono religioso: lei lo è?
«Sì, molto».
Beyoncè ha detto di essere convinta che la
sua fortuna derivi dalle preghiere di sua
madre e sua nonna. Chi prega per lei?
«Non so. Sono andato ad una scuola cattolica,
e andavo spesso in chiesa da giovane; ora ci
vado ogni domenica, quando posso, a volte
anche di mercoledì. Prego tutti i giorni. Non
credo che altri lo facciano. Diomi ha fatto par-
tire bene nella vita».
Lei sembra passaremolto tempo insieme con
musicista e celebrità di Hollywood...
«Ho molti amici in quell'ambiente, ma quelli
veri sono quelli che risalgono a 20 anni fa, ai
tempi della scuola. Cerco di passare più
tempo possibile con loro».
Cisa le ha insegnato lo show business ameri-
cano?
«Se c'è qualcosa che possiamo assorbire, più
che imparare, dall'America, è quanto inve-
stono sullo sport. Lo rendono più simile ad un
Festival. Per il resto, quello che sono lo devo
a mio padre. E' sempre stato molto profes-
sionale, e se lo sono anch'io lo devo a lui».
C'è una città che le piace in particolare?
«Tutti amano Parigi, anch'io. Poi Tokyo è fra le
mie favorite.Nella top-3 ci sta anche New
York».
Dopo la fine della sua carriera dove vorrebbe
stabilirsi?
«Ho sempre pensato nei Caraibi. Li amo. Lì la
vita è più rilassata. Ma vorrei un posto dove ti
puoi infilare nel casino di una città e poi spo-
starti rapidamente in spiaggia, quindi mi viene
in mente Los Angeles. Ma non è lì che dav-
vero voglio vivere. Forse la Hawaii? Sono' un
po' lontane, certo. Lamia famiglia nonmi ver-
rebbe a visitare spesso...».
Come fa a mettere insieme le corse e la vita
nel jet set?
«Non è facile. Ci vogliono molte energie, e io
le ho».
Dorme molto?
«Cinque ore sono okay, se posso anche un
po' di più. La verità è che penso sempre che
mi sto perdendo qualcosa, per questomi sve-
glio presto. La gente attorno a me mi tra-
smette energia. Ma più fai questo lavoro più
ti abitui a gestire l'energia. Perché dovrei fare
solo una cosa nella vita? Non è che devi star-
tene chiuso in una scatola. La gente tende a
vederti così, sei un pilota di F.1. Come Kayne
West: sei un rapper e basta. Io invece amo
avere tante opportunità Datemi almeno due
scatole!».
Chi è la persona pi importante della sua vita?
«Me stesso. Poi la mia famiglia, mamma e
papà, anche se la mamma viene sempre
prima: è lei la tua confort zone».
Cosa farebbe, se non fosse un pilota?
«Fin da piccolo ci sono state solo le corse. Ma-
gari sarei potuto finire nei guai, se non avessi
fatto il pilota, chi lo sa, fare parte di una banda.
Poi c'è la musica, ovviamente, altra cosa che
ho sempre voluto fare».
Quanto conta vincere il titolo di quest'anno
nel suo futuro?
«Sono arrivato ad un punto in cui so che mi
restano alcuni anni in F.1, e so cosa succederà
dopo. Guardo a gente come Magic Johnson,
Michael Jordan, David Beckham, sportivi che
hanno continuato a crescere anche dopo la
fine della loro carriera, creando altre attività.
Ora sono nella fase in cui sto ponendo le fon-
damenta per fare come loro. Quanto al cam-
pionato, non so quanto influenzerà lamia vita.
So solo che fin da piccolo volevo imitare Ayr-
ton Senna, vincere tre campionati. E' sempre
stato il mio obiettivo. Se ci riesco, sarà fanta-
stico. Ma non ho detto che sarò soddisfatto,
dico solo che devono essere almeno tre...».
Chi c'è fra lei e questo terzo titolo?
«Non permetterò a nessuno di mettersi in
mezzo. L'unico che può guastarmi la festa
sono io stesso, ma non permetterò che ac-
cada».