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FORMULA 1

Anteprima Singapore

Stefano Semeraro

E' l'ancora a cui sono appesi, la speranza di dare una svolta – magari piccola, ma

importante per il morale – alla stagione. Il torrido circuito di Singapore, con le

sue mille curve, soprattutto quelle lente, è qualcosa che assomiglia parecchio al-

l'ultima spiaggia per la McLaren, e a un trampolino per il rilancio per la Red Bull.

«Singapore sarà la gara della riscossa di cui abbiamo bisogno», giura Jenson But-

ton. «Oggi siamo forti nelle curve lente, che invece storicamente sono sempre

state un problema per la McLaren. Mi aspetto di lottare per un quinto e un sesto

posto». Anche Alonso è d'accordo: «questa seconda parte della stagione ci darà

qualche risultato migliore». Raggranellare qualche punto servirebbe anche a inco-

raggiare gli sponsor a investire su un progetto ambizioso che però non ha ancora

ingranato, tanto che manca ancora oggi un title sponsor, e ad allontanare il ri-

schio che fra il team di Woking e la Honda finisca a piatti in faccia come sta acca-

dendo fra Red Bull e Renault.

Proprio il team austro-inglese è l'altro grande atteso del prossimo weekend. Molti

all'interno della squadra, Daniel Ricciardo per primo, non nascondono di attendere

con impazienza la firma del contratto che dovrebbe assicurare alla Red Bull la for-

nitura di power unit italiane a partire dal 2016. Come si sa le trattative con la Mer-

cedes si è arenata («per noi sarebbe come dare i motori alla Ferrari...» ha

commentato sarcastico Hamilton), e ora, grazie all'insistenza di Sergio Mar-

chionne, che vede nell'alleanza con la Red Bull la chiave per mettere fine al domi-

nio di Stoccarda, l'accordo pare in dirittura d'arrivo. «Renault e Red Bull sono già

separate – sostiene Mark Webber – e a questo punto per la Red Bull la migliore

opzione è la Ferrari. Con i motori di Maranello potrebbero tornare a vincere già

da ora». Singapore sarà allora un crocevia più importante di quello che può sem-

brare, non tanto per questo Mondiale, ma per il prossimo? Ne è convinto anche

Daniel Ricciardo, che nel 2014 fu l'unico a dare qualche brivido ad Hamilton e Ro-

sberg conquistando tre GP. «A Monza è stato un po' come l'anno scorso. Ave-

vamo un buon ritmo alla fine, e abbiamo potuto allungare gli stint. Sappiamo che

i rettilinei sono il nostro punto debole e che arrivare fra i primi 10 con il pacchetto

di quest'anno non è facile, ma il telaio in se stesso non è male. A Monza finire nei

primi 8 è stato come arrivare sul podio, mentre a Singapore mi aspetto molto di

più. La macchina va meglio di volta in volta, e credo che potremo lottare con la

Ferrari per il podio: quello vero». E per riuscirci l'australiano punta sul fattore fi-

sico: «Singapore è il GP più duro dell'anno, l'unico in cui fai dei fori nella visiera

per fare entrare un po' d'aria. Con tutti quei grattacieli attorno il calore non si di-

sperde, e solo nel warm up l'acqua da bere da fresca diventa simile a quella di una

tazza di tè. Ma a me piace. Adoro la città, mi piace la sfida del tracciato: saltare

sui cordoli, sfiorare i muretti... è cool». L'unica cosa fresca (cool) di Singapore.