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Durante la prima edizione del GP Singapore l’incidente della Renault

di Nelsinho Piquet spianò la strada ad Alonso che vinse la gara.

Otto mesi dopo uno scoop della tv brasiliana innescò una querelle

che porto alla radiazione di Briatore. Decisione poi riveduta e “corretta”

Carlo Baffi

Singapore, 28 settembre 2008. E’ in corso il 14° giro della

prima edizione del Gran Premio nella città stato, quando Nel-

sihno Piquet, figlio del tre volte iridato, impatta contro il muro

nella zona della Raffles Avenue di fronte alla Tribuna Bay. La

sua Renault rimbalza in pista e conclude la sua corsa, dopo un

testa coda, contro le barriere di cemento sul lato opposto.

Gara finita per il brasiliano, che esce indenne dall’abitacolo e

conseguente safety car in pista. Una situazione che stravolge

la gara e che viene sfruttata da Fernando Alonso, compagno di

Piquet, che partito 15° risale fino a vincere la corsa. Passano

circa dieci mesi e la tv brasiliana Rede Globo diffonde la noti-

zia che l’incidente di Marina Bay è stato provocato ad arte, al

fine di favorire la rimonta del pilota spagnolo. Una voce che

già circolava nel dopo corsa, passata dapprima inosservata, ma

che ora induce la Federazione Internazionale ad aprire un’in-

chiesta. Ma perché il caso emerge solo ora?

Le accuse di

Nelsinho Piquet

Sono in molti a sostenere che si tratti della ritorsione di Piquet

all’indomani del suo licenziamento (“Flavio è il mio killer“ dice

il pilota), avvenuto dopo il GP d’Ungheria del 26 luglio. “La

proposta di provocare un incidente deliberatamente mi fu fatta

poco prima della gara da Briatore e Pat Symonds” – confessa

Nelsinho alla FIA nei primi giorni di agosto – “Symonds mi

chiese se ero disposto a sacrificare la mia corsa per la scude-

ria, costringendo la Safety Car ad entrare in pista. Symonds –

prosegue il pilota – mi mostrò la mappa del circuito ed il punto

esatto dove sarei dovuto uscire. Concordammo inoltre che l’in-

cidente sarebbe avvenuto tra il 13° ed il 14° passaggio, affin-

chè Alonso potesse rifornire dopo l’entrata della Safety

Car.”Piquet rivela anche che trovandosi in una situazione psi-

cologica fragile, dovuta all’incertezza sul suo rinnovo contrat-

tuale, pensò di accettare la proposta sperando che la sua

posizione sarebbe migliorata. “Durante la gara – dice Piquet –

chiamai varie volte via radio il box per avere un’ulteriore con-

ferma e a fine G.P., Briatore mi ringraziò.” Il brasiliano informa

subito Felipe Vargas, un amico di famiglia, che a sua volta av-

visa papà Nelson, che innesca la miccia. Sempre all’Hungaro-

ring, il tre volte iridato chiede a Briatore il motivo del

siluramento del figlio. Secca la risposta del team principal della

Renault: “Se hai qualcosa da recriminare fallo in tribunale. Io

sono un uomo d’affari e mi comporto come tale.” Allora Piquet

sr. vuota il sacco: prima con Charlie Whiting, poi con Max Mo-

sley e Bernie Ecclestone. Il presidente FIA dice di essere al cor-

rente dei fatti, ma in mancanza di denuncia non si può provare

nulla e alla domanda circa rischi che potrebbe correre Nelsinho

in caso di deposizione, Mosley rassicura:” Se parla spontanea-

mente ed emerge la verità, avrà l’immunità dal Consiglio Mon-

diale.”

La querela

di Briatore

Ecclestone si dimostra invece meno… politico, suggerendo al

suo ex pilota di non minacciare Briatore: ”Se vuoi fare

un’azione falla, fottilo!” Affermazione che però sarà smentita

dallo stesso “Mister E”, che addosserà a Piquet la volontà di di-

struggere il boss della Renault. La reazione di quest’ultimo non

si fa attendere. L’11 settembre , congiuntamente alla casa fran-

cese, Briatore querela i Piquet per tentata estorsione. Ed il

giorno dopo, intervistato da “La Gazzetta dello Sport” re-

spinge ogni accusa, spiegando: ”Nelsinho aveva un’opzione

che scadeva il 30 luglio 2008, non potevo tenerlo visto lo scarso

rendimento, ma gli avrei prorogato la scadenza al 30 settem-

bre. Il 28 ci fu il GP di Singapore. Dunque se si fosse deciso

l’incidente, il giorno dopo gli avrei rinnovato il contratto; in-

vece lo feci all’ultima gara, in Brasile, quando ero certo che

Alonso sarebbe rimasto. ”A detta del manager piemontese, il

contratto 2009 con Nelsinho prevedeva il suo licenziamento

qualora non avesse realizzato il 40% dei punti di Alonso entro

il G.P. di Germania. “ Nelsinho dichiara di aver chiesto ripetu-

tamente via radio il giro per non sbagliarsi su quando andare

a sbattere. Falso – ribadisce Briatore – Ha parlato alla radio

una sola volta e ci sono le registrazioni“. “Ho fatto di tutto per

proteggere Nelsinho – aggiunge il boss - gli ho messo a dispo-

sizione un appartamento nella mia casa londinese e anche un

medico che fosse a sostegno della sua fragilità psicologica.” E

conclude dicendosi molto tranquillo e pronto andare sino in

fondo al fine di evitare che un bimbo viziato e bugiardo metta

a repentaglio il lavoro dei tecnici di un Team.

L’ambiguità

della Renault

Ma a sollevare non poche perplessità è la testimonianza di Pat

Symonds: ”Nelson ha parlato con me il giorno prima e mi ha

fatto la proposta”. Poi, sempre di fronte ai commissari, mostra

una certa reticenza trincerandosi dietro a frasi del tipo: ”Prefe-

rirei non rispondere”. Un mistero destinato ad infittirsi ulterior-

mente quando il 16 settembre, a meno di una settimana dal

Consiglio Mondiale di Parigi, la Règie annuncia che non conte-

sterà le recenti accuse fatte dalla FIA riguardanti il GP di Sin-

gapore 2008 e al tempo stesso rende noto che Briatore e

Symonds hanno lasciato la Renault. Un comunicato ambiguo

che non chiarisce se si tratta di dimissioni, o licenziamento. Pare

piuttosto un atto di resa con cui il costruttore d’oltralpe pren-

dendo le distanze dai due managers, spera di cavarsela con

una mega multa, evitando la scure della FIA. Sono in tanti a so-

stenere che Briatore sia da tempo nel mirino di Mosley. Una ri-

valità nata ai tempi delle Benetton, per arrivare alle recenti

battaglie portate avanti dalla FOTA ( l’asso-costruttori guidata

da Briatore), contro il budget cap proposto dal Presidente FIA.