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GP USA

McLaren

Stefano Semeraro

Un decimo di secondo può essere poco o tanto, quando rischi

di affogare può persino sembrare un salvagente. Sotto il dilu-

vio di Austin la McLaren invece di andare giù ha iniziato a muo-

vere qualche bracciata, riemergendo dal fondo di un pozzo che

pareva infinito anche se la luce è ancora lontana. A mancare,

ancora una volta, è stata l'affidabilità. Alonso ha chiuso 11°, ma

in realtà ha disputato una una bella gara, parzialmente com-

promessa in partenza dalla toccata con Massa - che gli è co-

stata un testacoda - e poi stroncata in finale da un calo di

potenza che l'ha fatto scivolare in basso. Anche l'altro ex cam-

pione del mondo Button si è rimboccato le maniche distri-

buendo e ricevendo schiaffoni strappando alla fine, dopo la

penalità di Sainz, un sesto posto posto che di questi tempi è

oro colato per la scuderia di Ron Dennis. «Se fossi finito quinto

credo che sarebbe stata la gara più bella della mia carriera», ha

buttato lì Fernando, con la solita dose di sarcasmo a indicare

che i tanti sospirati progressi motoristici per ora sono quelli

che sono. «E' da tempo che sentiamo parlare di performance

da migliorare, per ora siamo fermi a un decimo di secondo. Po-

tevo chiudere quinto, invece dei problemi elettrici mi sono co-

stati 30 secondi in 12 giri, e alla fine sono finito doppiato e

quasi ultimo. Speriamo che problemi del genere non si presen-

tino l'anno prossimo. Oggi pareva un miracolo che la macchina

andasse così bene, poi purtroppo è arrivato il guasto a rovi-

nare tutto. Ma me ne torno a casa soddisfatto per aver corso

la mia miglior gara degli ultimi anni». Ovviamente più soddi-

sfatto Button. «Dal punto di vista strategico è stata una gara

perfetta», ha detto Jenson. «Il team puà essere soddisfatto

delle sue scelte ma dobbiamo lavorare ancora sulle prestazioni.

All'inizio, quando la pista si stava asciugando, mi sono divertito

parecchio, abbiamo fatto bene a montare le slick prima degli

altri ma alla fine per noi si è fatta più difficile, non avevamo la

velocità sufficiente per lottare quando gli altri pigiavano l'acce-

leratore». L'Honda giusta ancora non è arrivata.

Fernando Alonso

sfortunato ad Austin