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Stefano Semeraro

Che la Red Bull, stia attraversando un periodaccio, soprattutto

fuori dalle gare, lo si sa da tempo, ma qualche segnale di ripresa

era arrivato e Austin poteva essere l'occasione per mandare se-

gnali importanti. E a un certo punto sembrava proprio che le

cose si stessero mettendo bene, anzi benissimo, con Ricciardo

che con le rain era finito in testa alla gara e Daniil Kvyat in lotta

per un podio pesante. Poi è arrivato l'erroraccio del ragazzino

russo, un testacoda al 42esimo giro che ha mandato la sua mo-

noposto a sbattere sul guardail dannneggiando la sospensione

anteriore destra e mettendo la parola fine alla sua gara. Il più

grave di tanti, troppi errori accumulati in Texas. «Scusate», ha

borbottato mesto nella radio Daniil, che poi ha provato a rac-

contare la sua gara. «I primi giri sono stati mega, ho lottato alla

grande con le Mercedes (fallendo anche un sorpasso su Rosberg

al 12° giro, ndr), poi però la pista si è asciugata e improvvisa-

mente mi sono trovato faticare contro tutti. Sul bagnato credo

che averi potuto vincere la gara». Con i se e con i ma però non

si vincono le gare né i campionati, e l'abilità di un pilota di li-

vello sta anche nell'adeguarsi alle condizioni di gara. Herr Ma-

teschitz non deve essersi divertito particolarmente nel vedere i

due ragazzini della Toro Rosso mettersi alle spalle i due driver

della Red Bull.

Anche Ricciardo, dopo il divertente balletto sotto la pioggia che

ha deliziato le tv di tutto il mondo alla vigilia della gara, ha avuto

i suoi bei problemi con le slick e da leader della corsa si è ritro-

vato a lottare aspramente, tanto da arrivare al contatto, prima

con Hulkenberg e poi con Sainz, scivolando fino alla decima po-

sizione. «In nessuno dei due casi sento di avere la responsabilità

per i contatti», ha spiegato, puntando poi il dito sull'irruenza dei

giovani rampanti: «non voglio fare nomi, ma a volte si fanno

prendere troppo dall'entusiasmo. Non ha senso stringere chi

sta vicino una volta iniziata la staccata, se ti attacchi ai freni poi

li blocchi e perdi il controllo. Basterebbe un po' di intelligenza

in più. Peccato, perché all'inizio mi ero proprio divertito, sem-

brava una gara d'altri tempi, e vedere che sul bagnato le Mer-

cedes non riuscivano ad andare via è stato sorprendente. Ma

una volta che la pista si è asciugata e ci siamo ritrovati nel traf-

fico dopo le safety-car, la nostra poca velocità sui rettilinei ci è

costata cara». Ecco servirebbe un motore diverso. Anzi, servi-

rebbe un motore, uno qualsiasi, per l'anno prossimo.