Background Image
Previous Page  23 / 68 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 23 / 68 Next Page
Page Background

23

Stefano Semeraro

Campione, divo, aspirante rock star. Sorridente,

cupo, umorale, simpatico. L'uomo più veloce del

mondo, l'ex bambino prodigio mai cresciuto dav-

vero. Un ragazzo complesso, un tipo che vive la vita

a modo suo. Un fuoriclasse solo al centro di uni-

verso affollato. Comunque sia, Lewis Hamilton. «Io

cerco sempre di capire la sua natura», dice Niki

Lauda, che lo guarda con affetto e dispetto in-

sieme, come si fa con il nipotino preferito, ma sca-

vezzacollo. «Come tutti i fuoriclasse è fatto a modo

suo, un po' strano, molto ragazzo. Ha dovuto fati-

care tanto per arrivare dove è, bisogna compren-

derlo». Cosa che, va detto, costa fatica sia ai suoi

avversari sia ai suoi compagni di squadra, e persino

ai suoi parenti e amici, anche intimi. Papà Anthony

gli ha trasmesso la passione, lo ha svezzato e gli ha

costruito davanti un futuro da numero 1, ma anche

lui, ad un certo punto del tragitto, è stato messo

da parte, licenziato dal ruolo di manager. Ora i rap-

porti sono tornati più sereni, ma Lewis, comunque,

vuole correre da solo, gestirsi da solo, rispondere il

meno possibile di ciò che fa e ciò che sogna. Lo sa

benissimo anche Nicole Scherzinger, con cui per

anni il fenomeno ha intrattenuto una storia stile Eli-

zabeth Taylor e Richard Burton, tutta accelerate e

frenate brusche, fino all'addio di un anno fa. Adesso

Hamilton si fa vedere in giro per il mondo con mo-

delle vamposissime e pop star ad alto tasso di ec-

centricità come Ryhanna, mentre Nicole flirta con il

tennista Dimitrov, l'ex di Maria Sharapova - però

poi spunta lo scatto in cui i due ricompaiono vicini.

Mai dire mai, con lui.

“La mia velocità

è senza segreti”

Essere Lewis Hamilton non è facile. Tutti cercano

di scoprire il suo segreto, la chiave della sua velo-

cità in pista e della inafferrabilità fuori, ma lui è il

primo a nascondersi dentro una apparente, disar-

mante semplicità. «Non c'è un segreto dietro la mia

velocità», ha raccontato ad Autosport qualche

tempo fa. «La verità è che ho talento per guidare le

macchine, tutto qui. Salgo su e imparo. Non devo

guardare come girano gli altri per essere veloce,

posso farlo da solo, contando su me stesso. Ovvia-

mente si può, si deve sempre migliorare. Io guiderò

sempre bene, ma devo curare la mia forma fisica e

i miei punti deboli per farlo ancora meglio». Il per-

sonaggio Hamilton ultimamente si è attirato parec-

chie critiche, anche in Mercedes c'è chi ha alzato il

sopracciglio davanti alle sue bizze da star. I tanti

party – con relative foto da macho a fianco di una

Ryhanna seminuda ad un carnevale nei Caraibi... - le

ragazzate alla guida, da automobilista di tutti i

giorni. Le bevute. La Pagani Zonda da due milioni di

euro ammaccata a Montecarlo appena prima del

GP del Messico («okay, avevo festeggiato il Mon-

diale, forse avevo alzato un po' il gomito»), la re-

centissima foto con il cellulare in mano al volante di

un Suv Mercedes. Nel 2007 lo avevano beccato in

Francia che guidava a 198 all'ora, sequestrandogli

macchina e patente, nel 2010 si era beccato 500

euro di multa a Melbourne più o meno per la stessa

ragione.

“Il momento più bello?

La mattina della gara”

Eppure dentro l'Hamilton versione glamour che dà

la sua voce a Saetta McQueen in Cars, che recita

nel sequel di Zoolander, acquista un jet da 20 mi-

lioni di euro per stare più vicino alla morosa e gioca

a imitare James Dean, flirtando con la fortuna, c'è

l'Hamilton che scorrazza allegro per il paddock con

il cane Roscoe, che venera la mamma e il fratello di-

sabile, che dispensa tweet pieni di dolcezza a tutto

il mondo. Ma anche un Hamilton che si trasforma

in manager di se stesso per discutere del suo con-

tratto in prima persona con i legali Mercedes: per-

ché fuori dalla pista vuole essere certo di rimanere

libero da troppi impegni promozionali e rintanarsi in

studio per suonare la sua chitarra, comporre la sua

musica. Chiudersi nel suo mondo. E' lo stesso Ha-

milton che compare ogni volta che si abbassa la vi-

siera e c'è un GP da addentare, un avversario da

sverniciare. L'Hamilton profondo, che mescola fero-

cia e timore. Quello che dice: «il momento più bello

non è quando hai vinto e tutti ti abbracciano, ma

quando ti svegli la mattina della gara e te la fai

sotto».

“Studio sempre con

I miei ingegneri”

Un freak che cambia pettinatura quasi ad ogni set-

timana e gira con un esperto che gli cura il “look”,

non riuscendoci sempre, verrebbe da dire guar-

dando certi scatti. Ma anche un professionista ca-

pace di lavorare con attenzione e scrupolo. «Non

faccio che studiare insieme ai miei ingegneri», so-

stiene. «Loro mi inviano in continuazione informa-

zioni e io riempio i fogli di annotazioni. Settare una

macchina significa sentirla, ma anche saper comuni-

care quella sensazione agli altri. E facile, ma non lo

è altrettanto sapere cosa fare per risolvere i pro-

blemi. A scuola ad esempio non me la cavavo tanto

bene. Così sul piano tecnico ho dovuto lavorare il

doppio degli altri, perché non mi veniva naturale. E

ora sono forte anche in quello, se non il più forte in

assoluto».