Background Image
Previous Page  25 / 54 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 25 / 54 Next Page
Page Background

25

L’Alonso

furioso

Dopo la brutta conclusione di un anno da dimenticare,

lo spagnolo se l'è presa con tutti, dai commissari alla F.1,

per lui oggi molto più noiosa del WEC o della Moto GP. E sotto

l'orgoglio ferito del campione si nasconde una dose di verità

Stefano Semeraro

A Napoli si direbbe 'cornuto e mazziato'. A Fernando Alonso

quest'anno, poveraccio, non ne è andata veramente dritta una.

Mollata la Ferrari perché non ne poteva più “di arrivare se-

condo”, si è ritrovato a finire con buona regolarità ultimo o fra

gli ultimi con una McLaren-Honda che non si sa bene se asso-

miglia più ad un cantiere o a una maceria. Ad Abu Dhabi poi,

dopo il contatto con la Sauber di Felipe Nasr che lo ha spedito

diritto addosso a Pastor Maldonado, si è dovuto sorbire anche

un drive-trough e due punti di penalità sulla licenza perché i

commissari hanno dato a lui la colpa dell'incidente.

Con il suo ego espando Fernando avrebbe bisogno almeno di

una pazienza doppia di quella di Giobbe per sopportare le

pene dell'infernetto in cui si è trasformato il suo 2015, e non a

caso nei giorni scorsi si sono diffuse voci, più o meno autore-

voli, sulla sua intenzione – poi smentita da Alonso stesso - di

prendersi un anno sabbatico nel 2016 nel caso la McLaren non

gli garantisse una monoposto almeno decorosa. Soluzione fra

l'altro non facilissima da realizzare, a naso, visto il contratto

che lo lega al team di Woking (a meno che non siano previste

clausole apposite).

Critico con il

drive-through preso

L'Alonso furioso poi, metà Grillo Parlante e metà volpe della fa-

mosa favola che tira in ballo anche l'uva, ha accusato la F.1 di

essere noiosissima e gestita in maniera discutibile per quanto

riguarda le battaglie in pista. «Decisioni come quella di imporre

a un pilota un drive-trough dopo essere stato colpito da un'al-

tra vettura non è solo strana, è unica. La F.1 si interroga sul

motore delle macchine e si preoccupa del calo degli spettatori

– ha continuato il bi-campeon – ma io credo che servirebbe più

buonsenso anche in queste cose, che non capitano nel Mon-

diale Endurance o nella Moto GG, che sono capaci di divertire

molto di più il pubblico». Ad Abu Dhabi il team ha convinto

Alonso a rimanere in gara dopo il contatto con Nasr, ma lo spa-

gnolo non si è certo divertito. «In pista dobbiamo risparmiare

le gomme, la benzina e tante altre cose, ma io dico, ragazzi,

cerchiamo di spingere e godiamoci la gara, perché se non ci

sono grandi incidenti e finiamo lo stesso 18esimi, e magari ci

tocca anche ritirarci, non ha molto senso risparmiare nulla. Co-

munque: addio al 2015, che per noi è stato un anno durissimo,

molto difficile, con prestazioni davvero scarse. Nel 2016 sarò in

pista al 100 per cento, anche perché – ha concluso con ironia

– se avessi dovuto concedermi un anno sabbatico avrei scelto

questo...».

La tesi di Hill

“Manda messaggi”

Tutta rabbia, tutta frustrazione? O in qualcosa Nando ha ra-

gione? «Alonso non parla mai per parlare, se lo fa significa che

vuole mandare un messaggio chiaro», sostiene l'ex-campione

del mondo Damon Hill. «Gli accenni al WEC e alla Moto GP

non sono casuali. Se attacca la noia della F.1 forse vuol dire

che sta proprio pensando a fare altro. Il messaggio che sta

mandando, forse, è questo: sono un pilota, voglio lottare in

pista». E su questo, crediamo, nessuno può dargli torto.