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FORMULA 1
Mercedes
Stefano Semeraro
Da Domodossola a Capo Passero (suppergiù). I tre stint di Lewis
Hamilton alla guida della Mercedes F.1 W07 Hybrid nei test di
Montmelò sono stati un tour de force che il campione del mondo
non si aspettava. Altro che gita: 343 giri di pista, 99 solo nella
prima sessione di giovedì, per complessivi 1596 chilometri (ai
quali va aggiunto il chilometraggio di Nico Rosberg), ovvero
come percorrere in tre tappe la Penisola da nord a sud. Un vero
e proprio Giro d'Italia alla fine del quale a Stoccarda, par di capire,
si sentono già in maglia rosa. Pochissimi problemi, grandi sorrisi.
E quelle parole di Hamilton che faranno dormire sonni agitati alla
concorrenza, Ferrari in testa. «E' stata una settimana molto dura,
ma forse la miglior settimana di test di tutta la mia carriera», ha
spiegato Lewis. «Prima di arrivare a Barcellona nel team si parlava
di percorrere 800 km al giorno, e io pensavo fossero pazzi. Una
roba del genere non era mai stata programmata, di solito con
tanti chilometri finisci per spaccare la macchina. Invece, stavolta
non ha fatto che girare e girare, una roba mai vista. Per me è
stato fisicamente durissimo (Hamilton ha dovuto anche interrom-
pere una sessione per i dolori al collo: la preparazione invernale
è stata un po' 'soft'..., ndr), ma sono rimasto impressionato dalla
resistenza della monoposto».
Affinare e
non stravolgere
Una maratona che ha piegato più la carne che il metallo urlante
della W07, e nella quale gli uomini di Stoccarda hanno trascu-
rato la prestazione velocistica, girando spesso su mescole dure,
e privilegiato la cura dei dettagli, l'affinamento di ogni compo-
nente. Macchina vincente si cambia poco. Vengono da due anni
di dominio, gli ingegneri delle Frecce Argento, e sono convinti
di essere ancora in vantaggio. Per averne la certezza devono
solo curare i dettagli. Come ad esempio il nuovo muso dalla
forma più arrotondata e diretta, con un S-duct all'interno, che
ha esordito giovedì: utile per ripulire il flusso d'aria e garan-
tirne un transito ottimale fra il musetto e il centro del telaio e
anche per raffreddare il motore. Qualcuno ha alzato il ditino
sospettando irregolarità ma nei test sperimentare è lecito, e
dal team hanno replicato postando le foto dello squalo Bruce,
quello del film di animazione “Nemo”: cattivo a vedersi ma
buono nell'animo... «Da un punto di vista aerodinamico ne è
valsa la pena», hanno spiegato alla Mercedes con soddisfa-
zione. Non la genialata che qualcuno forse si aspettava, in-
somma, non una rivoluzione; ma uno sviluppo, una limatura
progettuale per guadagnare ancora qualcosa. Per inseguire la
perfezione. Che, per quanto irraggiungibile, negli ultimi anni
in casa Mercedes in fondo non è mai stata troppo lontana.