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FORMULA 1

La storia

Carlo Baffi

“E’ molto più di una macchina da corsa”, ha detto Maurizio Ar-

rivabene, team principal della Ferrari, all’indirizzo della nuova

monoposto che disputerà la prossima stagione di F.1. Senza

addentrarci nell’aspetto tecnico, la SF16-H, presentata venerdì

scorso a Maranello, colpisce per il muso corto, la linea molto

snella ed il colore bianco sulla parte alta del cofano motore,

dove spicca una striscia verticale tricolore sulla parte finale

della presa d’aria. La presenza del bianco sulla Ferrari fa sem-

pre notizia; forse perché nell’immaginario collettivo, le mono-

posto del Cavallino sono di colore rosso; la livrea riservata alle

vetture italiane nelle competizioni sportive fin dai primi anni

del ‘900. Nella storia della Ferrari però, vi sono dei precedenti,

il primo addirittura curioso. Siamo nel 1964, alla vigilia degli ul-

timi due appuntamenti della stagione, il GP degli Stati Uniti e

del Messico. Il 4 ottobre, Lorenzo Bandini e John Surtees scen-

dono in pista a Watkins Glen con le monoposto verniciate con

un insolito bianco e blu. Un gesto nato dalla protesta dello

stesso Enzo Ferrari, in polemica per la mancata omologazione

della 250 Le Mans nella categoria GT per un cavillo regolamen-

tare. In virtù di questa disposizione, la vettura può correre la 24

Ore di Le Mans soltanto tra i pro-

totipi. Una decisione che fa infu-

riare il Drake, il quale

restituisce sia la tes-

sera di socio del-

l’ACI Italia che

quella di con-

c o r r e n t e

CSAI. Da

qui l’idea

Se la

Rossa

va… in

Bianco