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MONDIALE RALLY

Messico

Marco Minghetti

“Credo che questo sia stato il rally più intelligente che noi abbiamo

mai fatto. L’anno scorso in Finlandia, avevo disputato la miglior gara

della mia vita dal punto di vista della guida, ma lo avevo fatto su

prove speciali molto rapide a velocità altissime. In Messico, invece,

abbiamo trovato tratti da 55, 42 e 80 chilometri di lunghezza e l’ap-

proccio è stato del tutto differente. È stata una vera e propria prova

di endurance e sono contento di aver vinto in queste condizioni”. È

nella parole di Jari-Matti Latvala che va in archivio un Rally del Mes-

sico letteralmente dominato dal trentunenne finlandese il quale, ar-

rivato in Sud America dopo due gare disastro al Monte-Carlo e in

Svezia, aveva l’obbligo morale di fare la miglior gara possibile. E

così è stato. Consapevole del fatto che Sébastien Ogier avrebbe

avuto vita durissima, essendo costretto a far da “spazzino” per due

giorni come primo sulla strada, Latvala ha sfoderato la classica pre-

stazione perfetta. Proprio lui, che da tutti è additato come pilota

veloce, ma troppo falloso, è stato capace di concludere l’appunta-

mento messicano esente dal benché minimo errore. In una gara, di

contro, che presentava i tratti cronometrati più lunghi dell’intero

panorama stagionale. È stata talmente perfetta la cavalcata del fin-

landese, che al termine della giornata del sabato il vantaggio accu-

mulato sul compagno di squadra era lievitato ben oltre il minuto.

Quasi un’enormità, in questa epoca dove i distacchi si misurano

spesso in secondi se non in decimi… Un buon viatico per il pilota

della Volkswagen che, messa in carniere la sedicesima vittoria in car-

riera, pensa già alla gara in Argentina come occasione per fare una

bella doppietta come spiega il suo navigatore Anttila: “Questa vit-

toria è stata davvero un grande sollievo per me e Jari-Matti. La no-

stra posizione di partenza era ottimale e noi abbiamo cercato di

fornire una gara solida ed ora avremo la stessa opportunità anche

in Argentina e cercheremo di approfittarne…”.

Ancora una volta decisiva

la posizione di partenza

Ovviamente di tenore diverso le dichiarazioni del grande sconfitto

Sébastien Ogier il quale, comunque, aumenta il suo vantaggio nella

classifica piloti che ora guida con 35 punti di vantaggio su Mads

Ostberg. "Tutto sommato, il secondo posto per noi era il miglior ri-

sultato possibile in questo fine settimana”, - ha detto il francese a

fine gara - “Grazie alla vittoria nella Power Stage, abbiamo raccolto

21 punti importanti per la classifica di campionato, che è quello che

conta nel complesso. Naturalmente, avrei sperato di mettere in

scena un duello più emozionante con Jari-Matti, ma non c'era modo

che fosse possibile; le nostre condizioni della strada durante i primi

due giorni erano troppo diverse. Ma con questo non voglio togliere

niente alla performance di Jari-Matti che ha ampiamente meritato

la vittoria”. Fa buon viso al cattivo gioco Ogier, ma i suoi occhi spie-

gano cose diverse da quelle che escono dalla bocca, avrebbe vo-

glia di urlare tutta la sua rabbia, ma si contiene. Non solo il francese,

ma tutti gli addetti ai lavori sanno benissimo che senza l’assurdità

che lo costringe ad essere il primo ad aprire la strada anche sulla

terra nelle prime due giornate di rally è un handicap insopportabile.

Uno svantaggio addirittura superiore a quello che già Sébastien

Loeb aveva dovuto affrontare ai suoi tempi. Certo, i federali ten-

dono sempre a mettere un freno ai più bravi, ma qui si esagera e sa-

rebbe molto più sensato tornare alla prova di qualifica con il più

veloce che si può scegliere la posizione di partenza. In definitiva: il

più bravo deve essere legittimato a vincere e non a doversi (o po-

tersi…) soltanto difendere.

Sébastien Ogier