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Stefano Semeraro

«Solo 36 punti di distacco da Rosberg, davvero? Pensavo fossero 50. Be', in fondo

non è così male. Adesso mi sento molto meglio». Che un tre volte campione del

mondo, per giunta dichiaratamente in cerca del poker che lo trasbordi nell'immor-

talità accanto al suo idolo Ayrton Senna, non abbia idea della classifica – ne conver-

rete – è un po' bizzarro. Eppure nel dopo gara di Shangai Lewis Hamilton ha risposto

così a chi gli faceva notare il piccolo abisso che Nico Rosberg si è scavato alle spalle.

Certo, per carità, come sottolinea per primo Rosberg, questa stagione sarà lunghis-

sima. Mancano ancora 18 Gp, e fare i calcoli a questo punto è decisamente prema-

turo. Però...

Però il sospetto che Hamilton sia il miglior Hamilton possibile – in termini di concen-

trazione – nel paddock inizia a serpeggiare. Prima dell'inizio del campionato già si

erano accese le polemiche sul suo stile di vita molto da rock-star, pieno di impegni

e di distrazioni da jet-set. Nelle prime tre gare Lewis è stato bersagliato anche dalla

sfortuna, che in Cina si è accanita su di lui sia in qualifica sia in gara, ma qualche se-

gnale ambiguo da decifrare c'è, ammettiamolo. Prendete ad esempio le parole di

Toto Wolff, che dopo il guaio tecnico in qualifica che ha costretto Hamilton a par-

tire ultimo – dopo che già il cambio della trasmissione lo aveva condannato a cinque

posizioni di penalità – ha parlato di una grande maturazione del suo pilota: «nono-

stante il disappunto nei box ha stretto la mano a tutti i meccanici e li ha incoraggiati.

Sono colpito da quanto sia cambiato Lewis».