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È calata la

concentrazione?

Qualche tempo fa Hamilton, che per anni è stato quello che gli anglosassoni de-

finiscono un 'bad loser', un cattivo perdente, avrebbe fatto volare gli stracci per

molto meno. «Mostratemi un buon perdente – sosteneva del resto Fred Perry, il

grande tennista inglese degli anni '30 – e vi mostrerò un perdente». Ora, anche

senza ipotizzare un repentina trasformazione del fenomeno da cannibale a mol-

laccione accomodante, una riflessione viene spontanea; tanto spontanea che l'ha

fatta sua anche il vecchio ferrarista Patrick Tambay. «Hamilton non mi sembra fo-

calizzato come in passato sul suo obiettivo principale», ha detto il francese. «Il

Mondiale lo ha già vinto tre volte e magari quest'anno non ci sta mettendo lo

stesso impegno, la stessa determinazione, la stessa qualità di lavoro di Rosberg».

Oppure, altra ipotesi, Hamilton, che non è famoso per la sua umiltà, ha semplice-

mente sottovalutato il rivale e sopravvalutato le sue capacità di tenere tutto sotto

controllo anche senza impegnarsi al 100 per cento.

Pochi jolly

da giocare

In Cina però un dubbio deve essere venuto anche a lui. «Finalmente stavolta sono

partito bene – ha raccontato sempre nel dopo gara – peccato che fossi ultimo

degli ultimi... Poi mi sono divertito a fare dei sorpassi, anche due consecutivi al-

l'esterno, sorprendendo tutti come piace a me. Ma poi rientravo ai box e dove ri-

sorpassare un sacco di gente, rientravo di nuovo e ancora dovevo passare tutti.

Non è come in passato, quando sentivo come se ci fosse una nuvola scura sopra

di me, ma sono prove che bisogna superare, guardando avanti. Tante cose mi

passano per la testa adesso che sto realizzando che la stagione è iniziata nel modo

sbagliato. Però, fa parte delle corse, e della vita. Attraverso queste esperienze il

rapporto con i miei meccanici e i miei ingegneri è diventato più stretto e più forte.

La strada è lunga e tutto ancora può succedere, ma ho capito che non mi sono ri-

masti più jolly da giocare». Saggio, maturo, profondo Hamilton. O magari ci sta

prendendo tutti in giro, che ne dite?

Tante cose mi passano per la testa adesso

che sto realizzando che la stagione è iniziata nel modo sbagliato.

Però fa parte delle corse, e della vita. Attraverso queste

esperienze il rapporto con i miei meccanici e i miei ingegneri

è diventato più stretto e più forte. La strada è lunga

e tutto ancora può succedere, però ho capito

che non mi sono rimasti più jolly da giocare

LEWIS HAMILTON