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GP CINA
Red Bull
Massimo Costa
Una Red Bull in prima fila. Una Red Bull davanti a
tutti nei primi chilometri del GP di Cina. Una Red
Bull tra l’altro spinta da quella power unit Renault,
nome ora scomparso per lasciar spazio a Tag-Heuer,
che tanti problemi aveva causato negli ultimi due
anni. Ma che sta accadendo in F.1? Un ritorno al
passato? Assolutamente no. Semplicemente la
RB12 funziona. Finalmente tutto sembra comba-
ciare alla perfezione: un telaio indovinato, quello
dello scorso anno non era granché, e una power unit
che la Renault sembra avere finalmente azzeccato,
quanto meno in affidabilità. Daniel Ricciardo autore
del secondo tempo in qualifica e al primo posto in
gara per 3 giri che hanno tenuto Christian Horner
con gli occhi spalancati. L’australiano aveva le super
soft, Nico Rosberg con la Mercedes le soft, ma il
passo della RB12 appariva veramente di quelli dei
tempi che furono. Poi, l’incredibile foratura al 3° giro
che ha spento illusioni e sogni di gloria fermando la
corsa di Ricciardo per un posto sul podio. Anche se
poi il ricciolone sorridente si è prodigato in una
spettacolare rimonta che lo ha fatto concludere in
quarta posizione e gli ha fatto dire: “E’ stata proba-
bilmente la corsa più bella della mia vita”. La Red
Bull, perso Ricciardo, ha trovato in Daniil Kvyat il sal-
vatore. Male in qualifica, il russo in gara ha infilato
alla prima curva Sebastian Vettel in maniera aggres-
siva, spaventando il tedesco che è finito contro Kimi
Raikkonen. Poi, Kvyat ha spinto forte, leggendo
bene ogni momento del Gran Premo e meritando il
terzo posto finale: “La monoposto di quest’anno
promette molto bene”, ha spiegato Daniil, “in que-
sti primi tre weekend stagionali abbiamo dimostrato
la nostra forza e di certo non pensavamo di poter
essere così competitivi”. E’ d’accordo Horner: “Es-
sere stati la seconda squadra più veloce dopo la
Mercedes in qualifica è stata una bella sensazione.
Non avremmo vinto il GP, però siamo lì”.