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GP RUSSIA

Ferrari

Stefano Semeraro

Quattro gare e già i più pessimisti parlano di ultima spiaggia

per la Ferrari al prossimo GP di Spagna. Una visione un po'

cupa e negativa, se si considera che il campionato quest'anno

sarà lunghissimo, di certo però a Maranello, dal Grande Boss

Sergio Marchionne all'ultimo dei meccanici passando per Mau-

rizio Arrivabene, Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen, c'è poca

voglia di sorridere. Anche perché a congiurare contro il sogno

iridato della Rossa pare essersi messa di impegno la jella, che

ha sempre di più il volto imberbe e arrogantello di Daniil Kvyat,

il bi-tamponatore di Sochi che ha rovinato quasi subito la gara

a Vettel. In qualifica, prima della retrocessione per la sostitu-

zione del cambio, il tedesco aveva piazzato la SF16-H in prima

fila, e questo rincuora gli ottimisti, ma l'anno scorso di questi

tempi Seb si era già messo in tasca una gara ed era arrivato

due volte terzo e una quinto. 'Vedeva' Hamilton a 28 punti di

distanza, mentre oggi sono già 67, dieci in più rispetto al suo

compagno di squadra. Raikkonen in Russia per la seconda volta

è andato a podio, ma in gara, specie dopo la safety-car non è

apparso così reattivo e brillante come vorrebbero al muretto.

Da Montmelò

cambierà la musica

C'è tanta rabbia per le guasconate irresponsabili di Kvyat – che

invece in Cina non aveva rubato nulla – ma anche un filo di pre-

occupazione che ad ogni gara si ingrossa. «La Ferrari non si ar-

renderà mai», ha detto Arrivabene, e si potrebbe obiettare che

se si parla di arrendersi o non arrendersi già adesso qualcosa

non va. «Le Mercedes sono fortissime e non dormono, ma

anche loro hanno avuto problemi di affidabilità (vedi i guai di

Hamilton, ndr), tocca a noi pressarle. Sochi e Spa sono i circuiti

in cui le prestazioni sono tutte dalla loro parte, dalla Spagna in

poi ce la giocheremo». A Montmelò sono attesi sviluppi, e poi

ci sarà una sorta di nuovo mini-campionato (mica tanto mini

poi: 16 gare), ma se si dovessero confermare i 30 secondi di di-

stacco dalle Frecce d'Argento continuare a parlare di aggancio

e di titolo diventerebbe molto, molto difficile.

I paragoni

di Marchionne

Il primo a non accettare la situazione ovviamente è Sergio Mar-

chionne, che – nostalgia canaglia – ha estratto dalla memoria

pericolosissimi paragoni con l'epoca d'oro di inizio Millennio.

«Quella di Sochi è stata una bruttissima giornata – ha detto il

Presidente della Ferrari – c'è ancora tanto lavoro da fare, ma ho

piena fiducia che ce la faremo. Certo, io ero abituato a a vedere

la Ferrari di Schumacher, mi rompe l'anima vedere la Ferrari

che soffre così. Dobbiamo colmare il divario alla velocità della

luce». Intanto in Spagna la luce servirebbe vederla: in fondo al

tunnel...