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Stefano Semeraro
Provaci ancora, Rossa. Anche a costo di sbagliare, perché
quando sei meno forte il rischio (calcolato) è l'unica strada
che può consentire di ribaltare il tavolo e creare la sor-
presa. «La decisione di far fare due soste a Sebastian? Al
momento sembrava quella giusta, a posteriori non lo è
stata», dice Maurizio Arrivabene con onestà. Certo, gli
ingegneri del muretto sono pagati per capire le cose in
anticipo, o perlomeno nel momento in cui capitano, ma
come ha ribadito anche Vettel, «decidere in pochi secondi
non è facile, abbiamo i migliori strateghi del mondo, non
critichiamoli». L'errore c'è stato, ma è stato fatto per ten-
tare il colpo vincente. Nel tennis sarebbe stato un pas-
sante finito appena fuori dal campo con l'avversario
proteso a rete, non un diritto affossato per paura di sba-
gliare. E allora lo si può accettare, anche se la legge non
scritta delle gare sconsiglia di rientrare quando sei in
testa, lasciando liberi gli avversari di girare con l'orizzonte
sgombro e la possibilità di recuperare attimi fondamen-
tali.
La resistenza di
Hamilton con le soft
«Pensavamo che con le gomme nuove Vettel avrebbe po-
tuto dare più filo da torcere ad Hamilton nel finale,
quando è entrata la safety-car abbiamo visto l'occasione
di guadagnare qualcosa e abbiamo fatto rientrare i due
piloti», hanno spiegato alla Ferrari. «E soprattutto non ci
aspettavamo che le gomme soft di Lewis durassero così
tanto». Invece… E' pericoloso fare calcoli troppo sottili
quando al volante c'è chi può trasformare le variabili in
costanti: vedi il giro da fenomeno di Vettel in qualifica
(che pure si è scusato per una minima incertezza), vedi la
grinta del martello Hamilton in gara. Poi, che la Mercedes
sappia trattare con i guanti le gomme, e sparare temponi
decisivi anche a fine gara come ha dimostrato di poter
fare l'inglese a Montreal, è cosa nota. La Ferrari continua
a soffrire.
Il gap si è ridotto
ora rischiare meglio
Alla fine in queste prime sette gare qualcosa si è sempre
messo di traverso e la vittoria tanto auspicata e sospirata
da Sergio Marchionne – che ha mostrato un filo di insof-
ferenza verso la stampa – non arriva. Ma in Canada il fa-
moso gap nelle qualifiche si è ridotto (almeno nel caso di
Vettel), 178 centesimi iniziano ad essere un distacco su
cui si può gettare un ponte di speranza. E in gara, senza
l'azzardo delle due soste, chissà... Probabilmente Hamil-
ton avrebbe vinto lo stesso, facendo leva proprio sulla
capacità della sua monoposto di risparmiare le gomme,
ma avrebbe dovuto vedersela comunque con Vettel,
corpo a corpo, alettone contro alettone, invece di pas-
sarlo in maniera indolore mentre l'avversario era ai box.
La storia, neppure quella piccola delle corse, però, si fa
con i se e con i ma, quindi meglio pensare al futuro. Cer-
cando non di rischiare meno, ma di rischiare meglio.