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Rosberg smanetta

meglio e vince...

Intanto, cinque posizioni più avanti, Rosberg se la rideva. Agevolato dalle

qualifiche horror del collega, Nico si è messo in tasca una delle vittorie

più serene della sua carriera, all'interno di un GP che non ha certo brillato,

al contrario di quello che era capitato sabato, per spettacolo e colpi di

scena. «Ho avuto gli stessi problemi di Lewis, ma li ho risolti digitando la

giusta sequenza di pulsanti», ha sogghignato il 'secchione' tedesco, che

dopo qualche giro a velocità ridotta è tornato a martellare tempi 'da Mer-

cedes' su un tracciato che nessuno, il progettista Tilke per primo, avevano

previsto così veloce. «E' stato un weekend fantastico», ha ribadito Ro-

sberg, che oltre a riguadagnare punti preziosi in classifica (ora è a 141,

contro i 117 di Hamilton) con la quinta vittoria stagionale a Baku ha chiuso

il Grand Slam: pole, giro veloce e gara condotta tutta in testa. «In gara

sentivo la macchina alla perfezione, potevo scegliere qualsiasi traiettoria

che mi seguiva comunque. Non male, visto che era la prima volta a Baku».

Un circuito che si è rivelato uno dei più favorevoli alla Mercedes: Rosberg

ha rifilato 7 decimi alla concorrenza in qualifica e in gara è stato costan-

temente un secondo più veloce degli inseguitori. «Su questa pista non

conta il carico aerodinamico», ha analizzato Toto Wolff. «Ma la velocità di

punta insieme alla guidabilità del motore, la capacità di accumulare ener-

gia e l'efficienza aerodinamica. Era dal 2014 che non ci sentivamo così

bene su una pista». Toto Wolff ha poi criticato i regolamenti che impedi-

scono al muretto di dare informazioni ai piloti («quando c'è un problema

tecnico non ha senso»), di sicuro l'Azerbaijan però ha rappresentato uno

smacco per Hamilton, che a Baku era arrivato sparlando in maniera un

po' azzardata della pista, ma che per l'intero weekend ha sofferto la ten-

sione dell'inseguitore senza mai trovare la chiave giusta. Il talento conta,

e Hamilton ne ha a tonnellate, ma va nutrito con l'applicazione se l'obiet-

tivo è quello di superare un pilota magari non altrettanto fenomenale, ma

ultraprofessionale come Rosberg, e andarsi a prendere il quarto mondiale.

Da Baku Hamilton deve ricavare una bella lezione di umiltà. Il fatto che

alla Ferrari tifino per lui, almeno per il momento, non è un bel segno per

il suo orgoglio. Briatore permettendo.