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GP EUROPA
Ferrari
Jacopo Rubino
Forse sono stati decisivi gli incoraggiamenti del presidente
Sergio Marchionne («alla squadra fa bene vedermi»), ma
una cosa è certa: la pattuglia Ferrari saluta Baku con il sor-
riso. Non era affatto scontato al termine delle prove libere
del venerdì, in cui la Rossa aveva preoccupato per una in-
spiegabile assenza di competitività. La situazione è tornata
in carreggiata già dal sabato mattina, e in gara Sebastian
Vettel e Kimi Raikkonen hanno avuto tra le mani una SF16-
H veloce come la conoscevamo. La Mercedes, almeno
quella di Nico Rosberg, è rimasta fuori portata, ma l’ordine
dall’alto è piuttosto chiaro. Il Mondiale è lungo, non si
batte in ritirata. «Il motore sembra essere il nostro punto
di forza, dobbiamo lavorare per crescere in quei settori
dove siamo ancora deboli», afferma il team principal Mau-
rizio Arrivabene. Di voltare pagina non se ne parla.
Vettel secondo
con carattere
Il secondo posto di Vettel, insomma, è stato accolto con
entusiasmo. Fregato in qualifica da Daniel Ricciardo, che
a parità di tempo gli ha soffiato la possibilità di scattare
dalla prima fila, il tedesco ha superato di forza l’australiano
dopo appena sei giri. Poi, mentre alle sue spalle un po’
tutti anticipavano il cambio dei pneumatici, ha avuto co-
raggio: nonostante le indicazioni del muretto box, ha de-
ciso di prolungare il proprio stint con le supersoft fino alla
21esima tornata, giocando alla pari di Rosberg. «Anche se
dopo un paio di giri non ero così sicuro», ha ammesso Seb.
«Ma poi le gomme hanno recuperato e da quel momento
è andata bene».
Bene Raikkonen
quasi sul podio
Dopo le soste Vettel si è trovato dietro a Raikkonen, che
aveva già effettuato il proprio pit. Il finlandese, più lento,
si è comportato da vero uomo squadra lasciando strada al
compagno, non senza un piccolo moto d’orgoglio via
radio: «Ditegli di spingere, non voglio averlo davanti...».
In realtà Vettel ha avuto vita facile nel prendere margine,
complice una minore usura delle proprie Pirelli, ma è que-
sto il Raikkonen che si aspettano a Maranello. Quello che,
alla fine, potrebbe garantirsi un’altra riconferma per il
2017. Peccato che al finlandese sia sfuggito il podio, su-
perato in chiusura dalla Force India del sensazionale Sergio
Perez. Il sorpasso all’ultimo giro ha però confermato ciò
che era inevitabile: su Raikkonen pendevano infatti cinque
secondi di penalità per aver oltrepassato la linea di demar-
cazione della pit-lane, quando nelle fasi iniziali era in scia
alla Red Bull di Ricciardo. «Ho fatto del mio meglio per
mantenere il divario da Perez e conservare la mia posi-
zione, ma per due volte mi sono trovato dietro ai doppiati
e ho perso tempo prezioso», ha raccontato Iceman. «Alla
fine sarei riuscito a rimanere davanti senza problemi, ma
non c’era motivo di rischiare. Poteva andare in maniera di-
versa, ma considerando tutto quello che è successo il ri-
sultato non è poi cosi male».