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Ogier vede il titolo
nessuno come lui
A far maggiormente le spese di un livellamento dei valori, è stato ovviamente Sua Maestà
Seb Ogier che, dall’alto della indiscussa classe ha visto ridursi notevolmente la percen-
tuale di vittorie che rasentava quasi la perfezione. Lanciato alla rincorsa dei numeri da
record, che il connazionale Sébastien Loeb ha scritto sugli albi d’oro degli ultimi lustri, il
francese di Volkswagen paga comunque la folle scelta della federazione di obbligare il
leader della classifica iridata a partire per primo anche nelle gare su terra. Un handicap
quasi insormontabile pure per un campionissimo come il pilota di Gap che, infatti, finisce
inesorabilmente per giocarsi nell’ultima giornata di gara (quando l’ordine di partenza è
finalmente rovesciato…), un podio o, tutto al più, la Power Stage finale, con il suo carico
di punti supplementari. Certo è, che anche in Argentina, arrivato a battersi praticamente
alla pari con Paddon il rally all’ultima speciale, Ogier ha subito una bruciante sconfitta.
Segnale che questa teoria è valida sino ad un certo punto. Sia come sia, il capo classifica
iridato guida con 41 punti di vantaggio sul più immediato inseguitore: il compagno di
squadra Andreas Mikkelsen, e con un calendario che ora propone tre gare d’asfalto nei
prossimi cinque appuntamenti. Quindi la possibilità molto concreta di allungare ulterior-
mente in classifica e di mettere un bel sigillo sulla pratica iride 2016.
Volkswagen nel Costruttori
ma la Hyundai cresce
Anche per il titolo Costruttori il ragionamento potrebbe essere simile, tanto la squadra
tedesca è dipendente in gran parte dai risultati sportivi del campione francese, visto che
gli alti e bassi del compagno Jari-Matti Latvala sono oramai da ritenersi cronici. 61 sono,
infatti, i punti che dividono la Volkswagen dalla Hyundai ma, col senno di poi, la differenza
potrebbe essere minore se Michel Nandan avesse sempre azzeccato i piloti designati a
portare punti al team coreano. Con il balletto imposto a inizio stagione, nominato Dani
Sordo come prima guida e lasciati Paddon e Neuville ad alternarsi sulla seconda vettura,
il team manager di Alzenau si è garantito una buona dose di affidabilità, ma si è giocato
la possibilità di affidare tutte le sue fiches su piloti in po’ discontinui, ma sicuramente con
una base velocistica migliore dello spagnolo. E neanche a farlo apposta le vittorie di Pad-
don in Argentina e di Neuville in Sardegna sono arrivate quando i due gareggiavano per
il team B, perdendo, di fatto, punti che potevano rivelarsi decisivi in ottica campionato.
I 25 punti della vittoria in Polonia
sono andati a Mikkelsen,
ma Ott Tanak rimarrà per tutti
il vero vincitore morale