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IL CASO

Marco Minghetti

Ebbene sì, lo ammetto, sono uno di quelli. Uno, credo dei tanti,

assopito come sempre più spesso accade dopo pochi giri dal

via del Gp di Formula 1, che ha poi versato tanto adrenalina in

corpo durante l’oretta di spettacolo puro regalato dalla Moto

Gp. Tanta adrenalina che, a notte, si è fatto fatica a prendere

sonno. Con una domanda che continuava a martellare in testa

per rimanere senza risposta. Eh sì, perché nel vedere le imma-

gini dei tifosi in delirio sotto il podio monzese mi ha fatto escla-

mare quasi in maniera meccanica: “ Ma questi, per caso, stanno

tutti chiedendo a gran voce la restituzione del biglietto?”.

Ok, a peggiorare il tutto ci ha messo del suo il tracciato brian-

zolo che, parliamoci chiaro, sarà anche lo storico tracciato

dagli indelebili ricordi, ma al giorno d’oggi, con le F.1 tutta in-

gegneria e aerodinamica, è purtroppo diventato un noiosis-

simo tratto d’asfalto da percorrere a gas aperto con un

contorno di appena sei (6, sic…) curve. Strapotere Mercedes

a parte, il risultato, dicono le cronache di chi è riuscito a te-

nere gli occhi socchiusi, in quegli interminabili settantasette

minuti e ventotto secondi, è stato il procedere delle ventidue

monoposto senza il minimo brivido con alcuni, scontati, sor-

passi frutto a dire il vero, dell’utilizzo della solita diavoleria di

turno chiamata, dicono gli esperti delle gallerie del vento,

DRS.

E così, è stato davvero imbarazzante il confronto diretto che

ha offerto a stretto giro di telecomando la MotoGp di scena a

Silverstone. Una quarantina di minuti vissuti col cuore in gola,

con le mani strette ai braccioli della sedia quasi a voler imitare

le acrobazie che gli splendidi protagonisti hanno voluto rega-

lare al pubblico sulle tribune e ai tanti, tantissimi telespettatori.

Volendo escludere il terribile incidente al via, che fortunata-

mente non ha prodotto gravi conseguenze fisiche ai protago-

nisti Loris Baz e Pol Espargaro, della gara inglese sono tanti i

fotogrammi che rimarranno scolpiti nelle memoria degli appas-

sionati, talmente esaltante il livello agonistico tra i quattro piloti

che, alle spalle dell’indisturbato Vinales, hanno acceso la prima

domenica di settembre. Da Crutchlow a Rossi bravi ad uscire

vincenti dai combattimenti corpo a corpo e finire meritata-

mente sul podio, passando per Iannone e Marquez che con i

due rivali hanno battagliato al limite (e forse anche oltre…)

delle loro possibilità, finendo uno nella ghiaia e l’altro “solo”

al quarto posto, ma con la consapevolezza di aver regalato uno

spettacolo al limite delle possibilità di guida. Una specie di Via-

gra sportivo, vero antidoto a quel potente sonnifero a cui sem-

pre più assomiglia la F.1 dei nostri giorni.