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Massimo Costa
Era il 2008, una domenica di metà ottobre,
quando sul circuito di Montmelò un 19enne
Valtteri Bottas aveva appena vinto il campio-
nato Eurocup Renault col team Motopark.
Una stagione esaltante, durante la quale
aveva dovuto combattere duramente con Da-
niel Ricciardo, battuto per appena tre punti,
Andrea Caldarelli e RobertoMerhi. Fu un gran
campionato. Bottas era divenuto campione
da neanche 20 minuti, eppure pareva lui lo
sconfitto. Se ne stava in disparte, timido, tutto
solo, e quando qualcuno gli si avvicinava per
scambiare due parole, arrossiva e biascicava
due parole. Niente a che vedere col pilota ag-
gressivo, tenace, capace di vincere cinque ti-
ratissime corse durante la stagione. Fuori
dall’abitacolo, Bottas si trasformava. Poco più
in là, un altrettanto triste Ricciardo (vincitore
della gara finale) che rimuginava sul dove
avesse perduto quei tre punti fatali. Bottas era
già seguito dal manager TotoWolff, una entità
astratta, sconosciuta, nota come gentleman
driver ed azionistaWilliams e poco altro. Nove
anni dopo, Bottas lo ritroviamo sul gradino più
alto del podio del Gran Premio di F.1 a Sochi,
composto e glaciale come nel 2008 (“Ci ho
messo 81 gare per vincere un GP”), e ad ap-
plaudirlo emozionato c’eraWolff, divenuto nel
frattempo gran capo del team Mercedes.
Chissà se a entrambi sono passate davanti agli
occhi le immagini di quei nove anni di sacrifici,
duro lavoro, tanta passione, che avevano visto
Bottas protagonista anche nella F.3 europea
(due volte terzo, ma due volte primo nel Ma-
sters F.3) e nella GP3 (campione nel 2011).
Talento intatto dopo
4 anni di Williams
Proiettato da Wolff nella squadra tre volte
campione del mondo dopo il ritiro a sorpresa
dell’iridato Nico Rosberg, Bottas ha final-
mente avuto tra le mani una monoposto di F.1
con la quale ha potuto dimostrare tutto il suo
valore. Che in quattro anni di Williams, a parte
qualche estemporaneo lampo, stava ri-
schiando di annacquarsi nella mediocrità della
squadra di Grove. Anzi, la sua immagine era
già appannata da un 2016 non propriamente
positivo, ma come al solito in F.1 si tende a
non considerare le monoposto che un pilota
si ritrova a guidare. Il talento di Bottas è, però,
rimasto intatto e lo ha mostrato appena è sa-
lito sulla W08 nei test pre campionato. E
quando la stagione è partita, ha piazzato la
pole a Sakhir, venendo poi umiliato in gara
dall’ordine di squadra per far passare il com-
pagno Lewis Hamilton, e questa splendida vit-
toria.
Splendido il duello
finale con Vettel
Fantastico nella partenza dalla terza piazzola
della seconda fila, coraggioso nella difficile
staccata con la quale ha bruciato alla prima
curva Sebastian Vettel, Bottas ha corso alla
Hamilton. Un passo impossibile per tutti nella
prima parte del Gran Premio, poi dopo il cam-
bio gomme, la difficile gestione della gara,
con Vettel che premeva da matti alle sue
spalle. E’ stato un vero spettacolo quello che
i due contendenti hanno messo in piedi. Bot-
tas nel finale ha anche commesso un errore
alla curva 13 permettendo a Vettel di guada-
gnare in un colpo solo un paio di secondi. I giri
finali sono stati un calvario (e un grande spot
per la F.1) con il finlandese della Mercedes che
rispondeva ad ogni tornata ai migliori settori
che il tedesco della Ferrari stampava sui mo-
nitor. Una prova di grande maturità quella di
Bottas, che nelle due ore di GP ha definitiva-
mente spazzato via i pensieri di coloro che
non lo ritenevano all’altezza di Rosberg. E, di-
ciamolo pure, ha massacrato Hamilton, inca-
pace fin dalle prove libere del venerdì di
tenere il passo di Bottas.
Bottas ci riproverà
Avviso ai naviganti…
Con questa vittoria tostissima, cambieranno
le cose in seno alla Mercedes? Valtteri si è por-
tato a 63 punti, appena 10 in meno di Hamil-
ton, e dunque può iniziare a vantare quanto
meno una condizione di parità con il suo capo
squadra. Hanno infatti una vittoria a testa su
quattro Gran Premi disputati e Bottas ha mo-
strato al mondo intero che anche lui può gio-
carsela con Vettel (e batterlo). La Mercedes
ne dovrà tenere conto anche perché ora Bot-
tas, che ha scoperto di poter esplorare e ol-
trepassare con successo confini che prima
soltanto poteva immaginare, state pur certi
che ci riproverà a mettersi dietro non solo Ha-
milton, ma anche le due Ferrari. In qualifica e
in gara. I naviganti sono avvisati.