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Keke Rosberg
il primo campione
Kozarowitsky si diede al golf, ma in passato aveva diviso la
scena con Keke Rosberg. Che era nato in Svezia, è vero, ma è
cresciuto nella vicina Finlandia acquisendone il passaporto. E
ne è stato il primo rappresentante impegnato sulla griglia a
tempo pieno. Al volante della Williams fu suo il titolo nella tra-
vagliata stagione 1982, con un solo successo a Digione. Ne se-
guirono poi altri quattro, e cinque furono anche le
pole-position. Nel 1986, l’ultimo anno nel Circus guidando la
McLaren, poi il passaggio alle competizioni di durata e nel
DTM, dove tutt’ora dirige (anche se non in prima persona) la
sua scuderia.
Con Hakkinen
altri due iridi
Nel 1989 arrivò in F.1 Jyrki Juhani Järvilehto, per tutti JJ Letho,
relegato in compagini di secondo piano, ma con la soddisfa-
zione di un podio nel 1991 a Imola. A partire da lui, comunque,
la Finlandia ha sempre avuto almeno un iscritto in griglia: roba
che per l’Italia, nonostante l’ascesa di Antonio Giovinazzi, oggi
è purtroppo un sogno. È stato poi il turno di Mika Hakkinen,
uno dei grandissimi degli anni Novanta: a consegnarlo alla glo-
ria i due campionati con la McLaren, il bellissimo dualismo con
Michael Schumacher, la resurrezione dal coma dopo l’incidente
del 1995 ad Adelaide. Intanto, era già sceso in campo anche
Mika Salo, che visse il suo momento più bello sostituendo pro-
prio l’infortunato Schumacher sulla Ferrari: era il 1999, Salo po-
teva persino vincere a Hockenheim, ma obbedì agli ordini del
muretto dando strada a Eddie Irvine che era in lotta per il
trono. Con chi? Con Hakkinen... Un altro podio maturò a
Monza, lasciando un piacevole ricordo nei tifosi della Rossa.
Nel 2002 chiuse portando al debutto la Toyota, dopo un anno
di collaudi vissuto dietro le quinte, ma nelle ruote coperte la
sua carriera è andata avanti per oltre un decennio.
Con Kimi e Kovalainen la
stirpe vincente non si ferma
Hakkinen aveva già salutato a fine 2001, trovando appena il
tempo di incrociare Kimi Raikkonen. Fu una scommessa di
Peter Sauber, che lo pescò addirittura dalla Formula Renault
britannica, ma ci vide davvero lungo: Kimi impressionò subito
chiunque, anche Ron Dennis, che lo scelse non a caso come
erede di Hakkinen. E non certo per una questione di bandiera.
Con la McLaren tante prestazioni da numero uno, ma anche
tanta sfortuna, quindi la firma con la Ferrari per occupare il se-
dile che era dello stesso Schumacher: fu iride al primo colpo,
nell’epilogo thriller del 2007. Tra alti e bassi la parabola di “Ice-
man” prosegue ancora oggi, non senza una parentesi rallystica,
ma nel frattempo la F.1 aveva conosciuto pure Heikki Kovalai-
nen. Anche lui vincitore di un Gran Premio, nel 2008 in Unghe-
ria con la McLaren, poi un faticoso stazionare nelle retrovie con
la modesta Caterham.
Bottas in Mercedes
diventa protagonista
Nel 2013, la Williams lancia Bottas, dall’indiscutibile pedigree
nelle categorie minori. Gli exploit non mancano, ma la sua car-
riera decolla con l’ingaggio in Mercedes. A propiziarlo il ritiro
shock di Nico Rosberg (tedesco di origini finniche e figlio di
Keke) appena messo in bacheca il Mondiale 2016. E quello che
sembrava destinato ad essere il gregario di Lewis Hamilton,
adesso si scopre protagonista vero. Nove piloti in tutto, sette
a tempo pieno e almeno una volta sul podio. Quattro vincitori
di un GP, due campioni del mondo. E la Finlandia è l’unica na-
zione, insieme alla Nuova Zelanda regina nel 1967 con Dennis
Hulme, a vantare campioni del mondo senza aver mai ospitato
un Gran Premio. Niente male, vero?