Previous Page  7 / 54 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 7 / 54 Next Page
Page Background

7

menica il trionfo di Vettel è stato trasparente. Quando Raikkonen

è stato richiamato ai box girava su tempi troppo lenti rispetto a

Bottas, Verstappen e Ricciardo che lo incalzavano, e comunque

Kimi ha accettato senza costrizioni la sosta anticipata. Di più: la

sua leadership rilassata, o se volete rallentata dallo scarso rendi-

mento delle gomme, stava bloccando anche un Vettel indiavolato

che invece con le gomme usate ha dato tutto e anche di più per

colmare il distacco. Kimi era più lento, parecchio più lento, e lo si

è visto quando dopo il pit- stop, e dopo i cinque giri da qualifica

martellati per scavarsi un distacco sufficiente, Seb è uscito dai

box con le super soft ed è letteralmente volato via. Kimi ha urlato

tutta la sua rabbia nella radio, e dopo la gara non ha nascosto la

delusione, ma questa volta può prendersela solo con se stesso.

Per non aver spinto di più, o per non essere rimasto in pista più

a lungo se si sentiva la tigre dentro. Un Vettel così, con i 25 punti

di vantaggio accumulati su un Hamilton impegnato a limitare i

danni dopo il flop in qualifica, è invece un assegno in bianco per

le prossime gare. Anche perché quando si tratta di guidare da

leader, lo abbiamo imparato già ai tempi della Red Bull, nessuno

è meglio di lui.

E Vettel si

commuove

«Quando dal podio ho visto i ragazzi cantare l'Inno italiano non

ho potuto fare a meno di commuovermi», ha detto alla fine

Seb. «Ho ripensato a tutti quelli che hanno lavorato anche in

fabbrica, alla stagione dello scorso anno, che è stata dura, e a

come siamo riusciti a risalire. Adesso di bandiere Ferrari al

vento ne vedo di più». Sulla gara non ha dubbi: «Non ci sono

stati ordini di squadra, l'unica cosa che ci eravamo detti era di

non toccarci al via, così quando ho visto Kimi scattare bene ho

pensato che non avrei avuto altre chance. E' stata una sorpresa

anche per me vedere dopo il pit-stop che ero in testa. Capisco

la sua delusione, ma quando uno in testa è previsto che si fermi

per primo». Il suo pit-stop anticipato, deciso per ribattere alla

strategia Mercedes, ha sparigliato ulteriormente la carte a fa-

vore della Ferrari, perché Valtteri Bottas dopo la sua sosta si è

trovato nel traffico dei doppiati, agevolando la corsa di Vettel.

Ma a Kimi non interessa. O perlomeno, non è la sola cosa a in-

teressargli. «Sono un pilota, devo fidarmi di quello che dicono

gli ingegneri, e non sono stato io a decidere di rientrare, me l'-

hanno detto dai box. Sento che questa volta avrei meritato di

più. Capisco che questa doppietta sia un bene per la squadra,

per me invece è un secondo posto che non dice molto». La sua

faccia scura diceva decisamente di più. Ma se Marchionne, che

in Cina lo aveva attaccato duramente, deciderà di rinnovargli

il contratto, sul viso potrebbe riapparire uno dei suoi rari, pallidi

sorrisi. Anche se al momento alle alte sfere Ferrari preme so-

prattutto il rinnovo di Vettel. «Questa è la vera Scuderia», ha

commentato il Presidente. «Una doppietta così a Monte-carlo

rimarrà nella storia». La smentita ufficiale sull'ipotesi del com-

plotto per favorire Seb la fornisce Maurizio Arrivabene: «Non

diamo mai ordini di squadra (il mai magari è un filo esagerato...,

ndr), i ragazzi sono liberi di lottare in pista. Raikkonen ha fatto

la pole, ma in pista ci va anche per provare a vincere le sue

gare. E comunque ora la testa di tutti è già al Canada».