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Sainz

7

Un punticino fa sorridere lo spagnolo della Toro Rosso: non era

atteso, ma Carlos ha battagliato a centro gruppo e il muretto

box lo ha ben assistito. Va bene così.

Palmer

7

Il voto è anche di incoraggiamento. Il britannico insieme a

Kvyat è il pilota più bersagliato dalle critiche in questa Formula

1, per prestazioni che appaiono spesso al di sotto della suffi-

cienza. Il duello interno con Hulkenberg è impegnativo da so-

stenere, anche la Renault vuole di più: nella difficile Spa,

tuttavia, Jolyon ha risposto presente con una ottima qualifica.

Un problema tecnico non gli ha permesso però di affrontare la

Q3. Penalizzato in griglia, ha poi chiuso 13esimo. I primi punti

della stagione si fanno ancora attendere, ma forse la strada è

quella buona.

Raikkonen

6

Confermato dalla Ferrari per un'altra stagione, Kimi era atteso

a un bel weekend in quella che è notoriamente la sua pista pre-

ferita. Le premesse c'erano, ma non si sono concretizzate del

tutto: prima per l'errore in qualifica (lodevole però la scia tirata

al compagno Vettel), poi per la penalità subita in gara non

avendo rallentato con le bandiere gialle esposte. Lo stop and

go forse ha rappresentato una sanzione troppo dura, ma il

tema in ballo era quello della sicurezza, non si scherza. Peccato,

perché con il senno di poi il podio non sarebbe stato impossi-

bile.

Stroll

6

Top 10 sfiorata per il rookie canadese, non male considerando

la posizione di partenza dopo una qualifica negativa. Serve

anche questo per farsi le ossa.

Kvyat

6

Non è una fase semplice nella carriera del russo, perennemente

a rischio di restare a piedi. Ma anche la fortuna non lo assiste,

con il motore ko in FP3 e la sostituzione che gli è costata l'ar-

retramento in ultima fila. Però ha chiuso 12esimo, non troppo

lontano dalla zona punti. La sufficienza se la merita.

Vandoorne

6

Era il suo primo Gran Premio del Belgio in Formula 1, ma quasi

non ce ne siamo accorti di fronte alla marea olandese venuta a

tifare Verstappen. E Stoffel, ultimo in griglia per la miriade di

componenti sostituite sulla sua McLaren, sul circuito di casa

non era certo nelle condizioni di brillare. Almeno ha salutato la

bandiera a scacchi.

Ericsson

6

Più che altrove, la Sauber è apparsa in affanno rispetto alla con-

correnza. Conta forse il ritmo di sviluppo, e a lungo andare il

gap accumulato dalla power unit Ferrari in versione 2016 si fa

sentire. Specialmente in una pista come Spa. Nel duello interno

al box svizzero, però, il bistrattato Ericsson in qualifica ha pre-

valso su Wehrlein. Poi ha navigato fino al traguardo, in solita-

ria.