35
Sainz
7
Un punticino fa sorridere lo spagnolo della Toro Rosso: non era
atteso, ma Carlos ha battagliato a centro gruppo e il muretto
box lo ha ben assistito. Va bene così.
Palmer
7
Il voto è anche di incoraggiamento. Il britannico insieme a
Kvyat è il pilota più bersagliato dalle critiche in questa Formula
1, per prestazioni che appaiono spesso al di sotto della suffi-
cienza. Il duello interno con Hulkenberg è impegnativo da so-
stenere, anche la Renault vuole di più: nella difficile Spa,
tuttavia, Jolyon ha risposto presente con una ottima qualifica.
Un problema tecnico non gli ha permesso però di affrontare la
Q3. Penalizzato in griglia, ha poi chiuso 13esimo. I primi punti
della stagione si fanno ancora attendere, ma forse la strada è
quella buona.
Raikkonen
6
Confermato dalla Ferrari per un'altra stagione, Kimi era atteso
a un bel weekend in quella che è notoriamente la sua pista pre-
ferita. Le premesse c'erano, ma non si sono concretizzate del
tutto: prima per l'errore in qualifica (lodevole però la scia tirata
al compagno Vettel), poi per la penalità subita in gara non
avendo rallentato con le bandiere gialle esposte. Lo stop and
go forse ha rappresentato una sanzione troppo dura, ma il
tema in ballo era quello della sicurezza, non si scherza. Peccato,
perché con il senno di poi il podio non sarebbe stato impossi-
bile.
Stroll
6
Top 10 sfiorata per il rookie canadese, non male considerando
la posizione di partenza dopo una qualifica negativa. Serve
anche questo per farsi le ossa.
Kvyat
6
Non è una fase semplice nella carriera del russo, perennemente
a rischio di restare a piedi. Ma anche la fortuna non lo assiste,
con il motore ko in FP3 e la sostituzione che gli è costata l'ar-
retramento in ultima fila. Però ha chiuso 12esimo, non troppo
lontano dalla zona punti. La sufficienza se la merita.
Vandoorne
6
Era il suo primo Gran Premio del Belgio in Formula 1, ma quasi
non ce ne siamo accorti di fronte alla marea olandese venuta a
tifare Verstappen. E Stoffel, ultimo in griglia per la miriade di
componenti sostituite sulla sua McLaren, sul circuito di casa
non era certo nelle condizioni di brillare. Almeno ha salutato la
bandiera a scacchi.
Ericsson
6
Più che altrove, la Sauber è apparsa in affanno rispetto alla con-
correnza. Conta forse il ritmo di sviluppo, e a lungo andare il
gap accumulato dalla power unit Ferrari in versione 2016 si fa
sentire. Specialmente in una pista come Spa. Nel duello interno
al box svizzero, però, il bistrattato Ericsson in qualifica ha pre-
valso su Wehrlein. Poi ha navigato fino al traguardo, in solita-
ria.