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di Stefano Semeraro
Quale è il settore in cui AIM opera nel
mondo delle corse?
«AIM produce strumentazioni elettroniche per la
visualizzazione ed acquisizione dati destinate al
motorsport in senso ampio. Le applicazioni più
ricorrenti sono ovviamente nel settore auto e
moto, ma anche il karting e la motonautica
rappresentano ambiti in cui si ha una presenza
significativa».
Come e quando è nata l'AIM? Come è
strutturata e quante persone impiega?
«AIM è stata fondata negli anni '70 e fino al 1992
si è occupata di realizzare sistemi di controllo per
processi industriali, basati su hardware e software
interamente progettati e realizzati all'interno.
Nel 1992 si è deciso di aprire un filone
complementare dell'azienda che si occupasse di
realizzare strumenti di acquisizione dati destinati
al motorsport, diventato poi l'unico obiettivo
dell'azienda. In quegli anni il concetto di
“acquisizione dati” non era stato ancora recepito
dalla maggior parte dei potenziali clienti, quindi
AIM ha contribuito sensibilmente a diffondere
questo tipo di cultura ed alla diffusione di questo
tipo di strumentazioni, grazie alla sua gamma
caratterizzata, ancora oggi, da un perfetto
equilibrio tra prestazioni e costi accessibili.
AIM impiega 52 addetti, tra i quali 14 ingegneri
progettisti, 27 tecnici in produzione,
2 marketing, 2 commerciali, 5 amministrativi
e 2 ufficio acquisti».
Quali sono i vostri mercati “più caldi”?
E quali i vostri partner di maggior rilievo?
«AIM esporta il 95 per cento della produzione
e, attraverso partner locali, distribuisce
in quasi tutti i principali mercati, primo
fra tutti quello nordamericano, a seguire
Germania, Inghilterra, Francia, Spagna,
Scandinavia, Giappone e Australia.
Riscontriamo una crescita progressiva
del fatturato anche nei paesi
motoristicamente emergenti come Russia e Cina.
Oltre alle innumerevoli singole forniture
abbiamo in essere partnership significative
con nomi di assoluto rilievo internazionale,
tra i quali Audi, Fiat Abarth, Seat Motorsport,
Ferrari, Tatuus, Radical, Ford Racing,
Yoshimura».