Guido Rancati
Per cominciare, un secondo tempo a due
decimi da François Delecour, poi un terzo
tempo a tredici secondi e sette da Bryan
Bouffier. Jan Kopecky torna al campo
base e la classifica non lo soddisfa: terzo
alle spalle dei due francesi, in due prove
s’è beccato dieci secondi e nove dal vinci-
tore dell’ultimo Tour de Corse e poco
meno dal veterano di mille battaglie. Ma
a preoccuparlo, più del ritardo, è la rottu-
ra dell’idruguida che lo ha frenato non
poco nel secondo tratto: capita nelle
migliori famiglie e a lui è capitato nel
momento meno inopportuno, quando di
tempo per rimediare c’è ancora un sacco
e una sporta e prima della prima pausa.
Gli uomini della Skoda Motorsport fanno
la loro parte con la solita, collaudata mae-
stria e quando riprendono le ostilità, il
céco fa in fretta a rendersi conto che il pro-
blema è stato risolto. La partita è ancora
tutta da giocare, anche se immagina che
per mettere il sale sulla coda ai due che lo
precedono dovrà darsi da fare parecchio.
Intanto, fa suo il terzo round e qualcosa
recupera. Spiccioli, ma sufficienti a far
pensare a una bella giornata di lotta.
Non succede. Nella quarta prova, a Bouf-
fier ne capitano tante che neanche a Pape-
rino nei giorni peggiori: cede qualcosa
nella sospensione anteriore della sua 207
e una ruota va su e giù ben oltre il limite
fino a che un semiasse salta fuori dal dif-
ferenziale. Potrebbe bastare e invece l’al-
berino va a conficcarsi nel monoblocco
del quattro cilindri. Trafiggendolo irrepa-
rabilmente. Al francese non resta che
alzare bandiera bianca. Con classe: “Le
corse – osserva – sono fatte anche di que-
ste cose. Certo, è amaro constatarlo, ma
vuol dire che andrà meglio la prossima
volta”.
Non più costretto a vedersela con il più
pericoloso dei suoi avversari, il ragazzone
dell’est, di slancio, infila una bella serie di
perline alla sua collana di successi parziali
e ipoteca la vittoria. Seguito più che inse-
guito da Delecour che ha sufficiente espe-
rienza per convincersi a evitare ogni
eccesso: “Questo è un rally difficile e non
mi pare il caso di compromettere un piaz-
zamento che mi soddisfa per cercare di
vincere”, fa notare Cavallo Pazzo. Kopec-
ky sottoscrive il giudizio del rivale e
aggiunge: “La difficoltà maggiore è iden-
tificare i tratti nei quali attaccare e quelli
nei quali difendersi”. Fa questo e quello
con maestria e mestiere e il suo vantaggio
cresce. Alla fine, a dividere la Fabia dalla
207 sono tre minuti e rotti. Gli altri sono
lontanissimi: Toshi Arai, quarto, chiude a
sei minuti e passa dalla vetta e Marco
Tempestini, quinto, a più di sette minuti
e mezzo.
86
EUROPEAN RALLY
SIBIU
È durata poco
la gara dello
sfortunato Bouffier