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FORMULA 1
IL CASO
Massimo Costa
Spesso vi è la tendenza di associare le qua-
lità di un pilota che ha buone possibilità di
entrare in F.1, al budget che è in grado di
portare alla squadra che lo ospiterà. Se tale
pilota ha la fortuna di godere di buoni
appoggi, matematicamente le sue qualità di
guida vengono cancellate, azzerate. E lo
sventurato viene immediatamente classifi-
cato con il dispregiativo marchio di pilota
pagante. Non solo nei vari forum che si leg-
gono su Facebook o quant’altro, dove per-
sone non del settore si sentono in diritto di
denigrare il soggetto, ma anche su alcuni
media cartacei e televisivi, dai quali ci si
aspetterebbe una miglior visione critica. E’
stato il caso recente del bravo e velocissimo
Pastor Maldonado, che si è costruito una
bella carriera nelle serie come GP2, WSR
3.5 e F.Renault 2.0 a suon di vittorie, ma gli
è bastato associare il suo nome al munifico
sponsor petrolifero del suo Venezuela, per
essere bollato come una specie di ruba sedi-
li. Stesso discorso vale per Sergio Perez,
Giedo Van der Garde, Charles Pic e tanti
altri.
Chi ci segue con attenzione, sa che abbiamo
sempre sottolineato come oltre al sapere
andare forte, un pilota deve necessaria-
mente dotarsi di un management compe-
tente e qualificato per poter tentare di acce-
dere al mondiale F.1. Circondarsi delle per-
sone giuste, che hanno la chiave vincente,
essere al posto giusto nel momento oppor-
tuno, è decisivo. Anche se, purtroppo, a vol-
te anche questo non basta. Oggi come nel
passato prossimo e remoto, come da sem-
pre, in F.1 vi sono diversi piloti che per cor-
rere hanno dovuto portare al team pesanti
sponsor, ma la qualità è più alta di quanto
poteva accadere negli anni Settanta o
Ottanta, checché ne dica Mark Webber. Lo
schieramento comprende piloti di vasta
esperienza nelle numerose formule minori,
piloti che hanno vinto, ottenuto podi.
Ultimamente si è aperto un forte dibattito
nel paddock F.1, riguardante il possibile
arrivo di Sergey Sirotkin, il russo che la
Sauber dovrebbe schierare nel 2014 grazie
all’appoggio di un paio di importanti e
pesanti sponsor coinvolti direttamente dal
presidente Vladimir Putin. Sono interve-
nuti in maniera critica Jenson Button (uno
che ha debuttato in F.1 provenendo diret-
tamente dal British F.3…), Nico Hulken-
berg e tanti altri per lo più rilevando che
Sirotkin non ha l’esperienza necessaria.
Viene allora da chiedersi se questi signori
sappiano chi è il buon Sergey, quale percor-
so ha intrapreso. Oppure perché si pagherà
il sedile dovrà per forza essere bollato come
“scarso”? Cerchiamo dunque di far chiarez-
za. Su italiaracing abbiamo spesso propo-
sto report dei nostri inviati sulle piste che
rimarcavano il talento puro del giovanissi-
mo Sirotkin. Evidenziatosi in ognuna delle
categorie che ha affrontato.
Sirotkin ha cominciato a gareggiare appena
compiuti i 15 anni, debuttando a Vallelunga
il 25 settembre 2010 nella italiana Formula
Abarth col teamJenzer. L’anno seguente ha
partecipato all’intero doppio campionato
della serie (europeo e tricolore) comincian-
do con Jenzer e passando poi nelle file della
Euronova. Dove ha trovato unmaestro non
indifferente, Vincenzo Sospiri. L’ex pilota
(che è bene ricordare è stato uno dei più
grandi talenti italiani) e ora team principal
è stato fondamentale nella crescita di Sirot-
kin ed ha messo al servizio del giovane rus-
so tutta la sua esperienza. Sirotkin ha subi-
to vinto il campionato, a 16 anni, straccian-
do Patric Niederhauser e Robert Visoiu,
oggi in GP3.
Sirotkin con la Dallara WSR 3.5
della ISR nel campionato 2013
Sirotkin col suo primo maestro, Sospiri
Sirotkin impegnato nell'Auto GP 2012